Domenica 5 Maggio 2024

Multe, gli italiani non ne pagano il 60%. Ecco le città più 'sbadate'

Malcostume diffuso soprattutto al Sud. E lo Stato non riscuote

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Roma, 13 marzo 2016 - Alla faccia dell'incubo del Grande Fratello: il 60 per cento delle multe in Italia non viene pagato. I paranoici che pensano di vivere in uno Stato-controllore, capace di inseguire ovunque i suoi cittadini per esigere quello che gli spetta, possono tirare un sospiro di sollievo: consultando i rendiconti dei Comuni capoluogo di provincia, si scopre che nel 2014 (ultimo dato disponibile) sono state accertate infrazioni del codice della strada per quasi 1,3 miliardi di euro, ma le riscossioni si sono fermate a mezzo miliardo. Ognuno di noi, in media, sarebbe tenuto a pagare 122,2 euro per semafori rossi ignorati o parcheggi in zone vietate. Ma il buon italiano sa che lo sconto migliore è quello che ci si fa da sé, per cui alla cassa si presenta solo con 48,4 euro. L'autovelox fotografa e il vigile fa il verbale, ma chi si mette al volante e sgarra paga solo il 40 per cento delle contravvenzioni.

Il malcostume, secondo i dati che si trovano sul portale del ministero dell'Interno dedicato alla finanza locale, è diffuso ovunque, anche se la top ten dei Comuni-colabrodo vede protagonisti indiscussi nove capoluoghi del Sud. L'unico rappresentante del Nord è Lodi. Brindisi è in assoluto la peggiore amministrazione, quando si tratta di incassare. Il suo tasso di efficacia è del 12,2%. Ogni automobilista nel 2014 avrebbe dovuto foraggiare il bilancio con 54,8 euro. Peccato che al momento di pagare, gli autisti spericolati si siano presentati con solo 6,7 euro. Su quasi tre milioni di euro di accertamenti, la riscossione è stata di appena 364mila euro.

Tra le grandi città, la maglia nera spetta a Napoli. I partenopei dal piede pesante avrebbero dovuto pagare a De Magistris 153,4 euro a testa. Luigino, che ha problemi di bilancio non indifferenti, è stato capace di farsene dare appena 32,8: oltre 60 milioni di euro sono rimasti nelle tasche dei suoi concittadini. Ma anche Milano e Roma non se la cavano meglio. A Pisapia spetta il record del passivo più pesante: sui quasi 348 milioni di euro che avrebbe dovuto raccogliere, ne ha racimolati appena 109. Il tasso di efficacia meneghina è del 31,4%. Il capoluogo lombardo può vantare anche il primato di Comune con il conto più salato d'Italia. I suoi 448,2 euro accertati a testa e i 140,7 riscossi gli garantiscono la medaglia d'oro. Questi numeri sono dovuti in parte all'alto afflusso di veicoli 'stranieri' che ogni giorno viaggiano per le strade di Milano: è evidente che tra auto immatricolate all'estero o che arrivano da altri comuni, il totale delle contravvenzioni per numero di patentati residenti nel capoluogo è destinato a schizzare. Roma ha cifre simili, ma può vantare un numero doppio di automobilisti e un tasso di efficacia (32,6%) leggermente migliore. Nella classifica dei peggiori, Firenze conquista il 26esimo posto con il 39,3%. Bologna fa poco meglio e conquista la 29esima piazza.

Quattro Comuni (Aosta, Mantova, Belluno, Vibo Valentia) vantano una performance degna di Usain Bolt. Tutte le multe accertate nel 2014 sono state riscosse. Un risultato, che proprio per la sua estrema bontà, appare sospetto. “Non ci sono indicazioni precise – spiegano dal ministero – su cosa inserire nella voce 'Polizia municipale – Risorse codice della strada'. In teoria dovrebbero essere le contravvenzioni e le ammende, ma non è detto che chi compila il rendiconto lo faccia correttamente. Noi non abbiamo le forze per controllare”. E anche il confronto con altre banche dati, come quella del Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici) non fa tirare un sospiro di sollievo: le cifre sugli incassi sono spesso discordanti. I dati sono accessibili, ma la loro qualità è scarsa. La trasparenza tanto sbandierata dal governo in sostanza è piuttosto opaca e controllare se le amministrazioni fanno il loro lavoro diventa più difficile che incassare una multa a Brindisi.