Venerdì 17 Maggio 2024

Lavoro, aumentano i licenziamenti. Tempo indeterminato in picchiata

Cessazioni a +7,4%. Contratti stabili -29%. I dati del Ministero relativi al primo trimestre 2016 risentono delle riduzione degli incentivi del Jobs Act

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Imagoeconomica)

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Imagoeconomica)

Roma, 9 settembre 2016 - Aumentano i licenziamenti, in picchiata i contratti stabili. I numeri, forniti oggi dal ministero del Lavoro con il sistema delle comunicazioni obbligatorie, risentono della riduzione dell'incentivo all'assunzione a tempo indeterminato introdotto col Jobs Act. 

Nel secondo trimestre del 2016 sono state registrate 2,45 milioni di attivazioni di contratti nel complesso a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%) mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016). 

I contratti a tempo indeterminato attivati da aprile a giugno del 2016 sono 392.043, ovvero il 29,4% in meno rispetto all'anno scorso (-163.099). I rapporti di lavoro a tempo indeterminato cessati sono stati 470.561, - 10% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Già le stime dell'Inps a ine agosto avevano messo in evidenza una frenata del saldo positivo a favore dei posti a tempo indeterminato. Nel primo semestre di quest'anno il dato è sceso a 74.502, pari a -81,9% rispetto al 411.675 del primo semestre del 2015. 

Nel rapporto del Ministero si tiene conto anche di tutto il lavoro dipendente compresi domestici, agricoli e p.a e anche dei contratti di collaborazione.

UIL: SITUAZIONE CRITICA - Una "situazione critica - commenta il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy - A conti fatti, con il calo delle assunzioni nel II trimestre 2016, nella prima metà dell'anno 2016 si è registrata una forte riduzione di rapporti di lavoro attivati rispetto allo stesso periodo del 2015: oltre 360 mila i contratti di lavoro in meno, di cui ben il 41,7% è costituito da contratti a tempo indeterminato - spiega il sindacalista - è chiaro che ciò è dovuto in primis all'assenza di crescita economica che si traduce in meno assunzioni, soprattutto stabili, ma anche alla riduzione del beneficio contributivo della Legge di Stabilità, così come dichiara lo stesso". 

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