Giovedì 2 Maggio 2024

Consob e l’equity crowdfunding: quando l'Italia è all'avanguardia

Roma, 30 agosto 2014 - Dal luglio del 2013 l’Italia ha un suo regolamento sull’equity crowdfunding. Udite udite: è la prima regolamentazione del fenomeno in Europa. La delibera Consob è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e pone il nostro Paese in una posizione assolutamente pionieristica. Siamo il primo Paese europeo ad adottare un pacchetto di norme che conferisce alle neo-imprese la possibilità di reperire capitali tramite la Rete.

Principale obiettivo è la tutela dei risparmiatori, cercando anche di abbassare il più possibile gli oneri per gli operatori. Tutte le startup innovative devono essere iscritte a un apposito registro regolato da rigidi criteri. Per iscriversi occorrono le fedina penale intonsa (onorabilità) e conclamata professionalità. Nel regolamento trovano inoltre spazio regole di condotta, regole anti conflitti d’interesse, protezione per gli investitori (con possibilità di recesso) e procedure diverse a seconda delle somme impegnate (fino a oppure sopra i 500 euro).

Le finalità generali delle misure introdotte dal decreto a favore delle start-up innovative riguardano la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione giovanile. Tutto ciò è difficilmente ottenibile senza la creazione di un ambiente affidabile in grado di apportare fiducia e benefici sia agli investitori che alle start-up innovative, in modo da facilitare l’accesso al capitale di rischio.

Per esaminare il regolamento del dettaglio ecco il link del sito Consob: http://www.consob.it/main/trasversale/risparmiatori/investor/crowdfunding/index.html#c1

Negli USA, l’amministrazione Obama ha adottato una specifica normativa (denominata JOBS Act) nell’aprile 2012 e ha delegato alla SEC un regolamento di attuazione. Il proposito dichiarato è di far crescere l’economia, sviluppare la microimpresa e generare posti di lavoro.