Mercoledì 24 Aprile 2024

CON KOVACIC-ICARDI ISOLA FELICE

Giulio Mola Cagliari NON C'È INTER senza sofferenza e follia. Non è l'Inter se non riesce a complicarsi la vita, sempre e comunque. Nulla è scontato quando giocano i nerazzurri, e anche ieri sera a Cagliari è stata pazza, pazza Inter. «Non saremmo noi - scherza Mancini -. Dovevamo essere più tranquilli e chiudere il match, la stanchezza potevo capirla sul 2-0, e invece i rischi sono stati tanti nonostante il dominio del primo tempo». Ma attenzione: pur tenendo tutti col fiato sospeso, l'Inter vince ancora e lancia un avviso ai naviganti della zona Europa. Perché la squadra c'è, è viva, reagisce e gioca bene. Anche, se come sempre, sul più bello stacca la spina e concede tanto. Troppo. Questa è l'Inter, signori. Prendere o lasciare. Capace di vincere la terza gara di fila dopo i precedenti successi con Palermo e Atalanta, è vero; ma pure di rimettere in partita avversari dominati per quasi un'ora. Il fischio finale di Mazzoleni è stata una vera e propria liberazione per Mancini e la sua truppa, dopo il pathos degli ultimi interminabili mezz'ora, dove si è passati da un primo assalto dei sardi alla ricerca dell'1-1 (dopo l'acuto del redivivo Kovacic) al gol spettacolare di Icardi dello 0-2, fino al match riaperto dall'ex Longo. Ma ad esultare sono i nerazzurri, forse ancora sotto l'effetto Celtic e quell'ansia da prestazione che si scatena quando arriva il momento di chiudere la partita. Questa volta la rimonta agli avversari non è riuscita, ma nella notte di Cagliari si sono rivisti per alcuni tratti gli incubi del Celtic Park, con incredibili amnesie del reparto arretrato. Partita dai due volti: primo tempo in cui i nerazzurri hanno giocato ad un vero e proprio tiro al bersaglio, sfiorando ripetutamente il gol, soprattutto con Podolski, di piede (clamorosa l'occasione fallita al 19', con il tedesco che solo davanti al portiere perdeva tempo e non riusciva a concludere) e due volte di testa. Brillante la manovra dei nerazzurri, gran ritmo e pochi rischi in difesa. C'era persino un rigore reclamato da Vidic, buttato giù in area da Rossettini. Nella ripresa, invece, dopo il piattone di sinistro (1') di Kovacic che portava avanti gli ospiti, la partita cambiava. A Vidic e Juan Jesus cominciavano a tremare le gambe, M'Poku si scatenava sulla fascia e Carrizo si esaltava fra i pali. Neppure lo 0-2 di Icardi (22') frenava gli ardori dei sardi e tranquillizzava l'Inter: l'ex Longo (28') segnava il suo primo (fortunato) gol in serie a al suo primo amore, e da lì alla fine era un abbondante quarto d'ora finale di sofferenza, con la traversa di Hernanes al 94' che non cambiava la sostanza dei fatti. L'Inter è tornata. Anche se resta pazza e imprevedibile.