Venerdì 26 Aprile 2024

Le scelte del Cavaliere

SILVIO Berlusconi è in perfetta forma, dimagrito e moderatamente abbronzato. Ho potuto costatarlo di persona in un lungo incontro ad Arcore, il primo di una coppia destinata a conversazioni per il mio prossimo libro. Era la vigilia del suo ottantesimo compleanno e mi ha accompagnato a vedere la sala da pranzo con il lungo tavolo imperiale già splendidamente apparecchiato: tovaglia rossa e molti giocattoli per i nipoti più piccoli. «Ecco la sala del bunga bunga», mi ha detto con un filo di amarezza perché era lì che si svolgevano le ‘cene eleganti’ che tanti guai (ancora in corso) gli hanno procurato. Mi ha anticipato la sua partenza per New York dove potrebbe incontrare Rupert Murdoch, l’amico-nemico di una vita, per trovare nel capo di Sky un possibile acquirente di Mediaset Premium. Berlusconi non riesce ad archiviare (mentalmente) la quarantina di procedimenti giudiziari che gli sono piovuti addosso in 22 anni (700 milioni di spese legali).

NON RIESCE , soprattutto,a digerire l’unica condanna subita, quella sui diritti televisivi in cui è stato assolto l’amministratore della società e punito il socio e che gli è costata – grazie al voto palese e alla retroattività della legge Severino – l’espulsione dal Senato e la incandidabilità fino al 2020. Una eventuale censura dell’applicazione retroattiva della legge Severino da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo potrebbe rimetterlo in corsa nel 2018. «E si sa che quando scendo in campo io, in campagna elettorale si recuperano punti su punti...». Pochi ricordano che nel 2013 – nonostante Forza Italia fosse in bassissima stagione – il Cavaliere recuperò dieci punti e perse le elezioni per soli 124mila voti. Non credo che Berlusconi a 82 anni (e dopo una drammatica operazione a cuore aperto dalla quale è peraltro uscito benissimo) si proporrebbe di nuovo come candidato, ma ha una forte voglia di guidare ancora il gioco nel centrodestra. Il Cavaliere stima Parisi, lo vorrebbe un po’ più vicino a Forza Italia, ma lo ha incoraggiato lui stesso a trovare gente nuova per una nuova politica. È Berlusconi, non Parisi che non ama la ‘politica politicante’, che vorrebbe fortemente rinnovata la squadra in Parlamento.

MA DEVE giocare su due tavoli: quello del sognatore (che lo fece vincere nel ’94) e quello del grande politico (copyright Massimo D’Alema) che s’è affrettato giorni fa a ricevere e tranquillizzare Matteo Salvini e Giorgia Meloni dai quali lo divide ormai quasi tutto, ma dei quali nessun leader di Forza Italia potrebbe fare a meno, se non vuole trasformare le prossime elezioni in una nobile parata di sconfitti. Sul referendum, Berlusconi lascia che la figlia Marina, Letta e Confalonieri facciano trapelare la preferenza aziendale per il sì. E se lui insiste sui toni del no è perché non riesce a perdonare al suo ex pupillo Matteo Renzi la fregatura sul Quirinale , il “tradimento” del Patto del Nazareno (tradimento negato con forza da Renzi), di un accordo sul presidente della Repubblica in cambio di voti sulla legge elettorale altrimenti indigeribile per Forza Italia. Ma un nuovo accordo potrebbe esserci: se la nuova legge fosse a base proporzionale, se un ballottaggio fosse tra coalizioni e non tra liste... Mai dire mai.