Giovedì 25 Aprile 2024

La vera sfida è la vita

CI VOLEVANO morti insensate sull’onda della moda venuta dalla Russia, per interrogarci sui social e tornare alla verità denunciata da Eco : «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività… è l’invasione degli imbecilli». Una miscela infernale di ignoranza, narcisismo ed esibizionismo, in rete partorisce la febbre della gara a chi possieda più titoli per farsi notare. Lo spirito dei tempi l’aveva previsto Musil: all’Effetto della Grandezza si sostituisce la Grandezza dell’Effetto.

Quanti ti ammirano, quanti ti imitano? Hai una bella ragazza? Devi farti vedere con lei, altrimenti non t’ invidiano! E pensare che una volta si cercava di nascondere l’amato bene, nel timore che suscitasse sguardi poco men che rispettosi, «La prigioniera» di Proust nacque da quel sentimento. Sei colto, sai tante cose? Meglio tacerle, se non vuoi dannarti alla solitudine. Ti distingui per scelte diverse dal branco? Sei renitente alla leva in massa delle mode? Sei fuori. Chi è solo ha torto. Ma non ragionavano così gli eroi. Sognavano. Da Icaro che voleva il sole, a Nelson Mandela in carcere quasi 30 anni perché sognava la libertà dei neri. 

Ma se i giovani non sanno più sognare in modo autonomo, come non sanno più scrivere né una tesi di laurea né una lettera, di chi è la colpa? I responsabili di questo vuoto chi sono? Gli strumenti di formazione dei giovani sono la scuola e i media. Chi cura il senso critico dei ragazzi a scuola? Quale messaggio emana dai loro educatori? Pochi veri Maestri, e una marea di mediocri già così poco persuasi di quel che sanno, da non poter persuadere nessuno. Della tv, che dire se solo chi urla fa audience, non chi ragiona? E che tristezza i guru da talk show al posto di Pasolini, il poeta che provocava invitando ad abolire tv e scuola dell’obbligo già nel 1975.