Mercoledì 24 Aprile 2024

Brexit, un autogol per la Premier League

Il calcio britannico va incontro al rischio di vedersi ridimensionare a livello internazionale, con la fuga di investitori stranieri e contratti in bilico

Claudio Ranieri (Ansa)

Claudio Ranieri (Ansa)

Londra, 24 giugno 2016  - Tra i vari impatti negativi, da una e dall'altra parte della Manica, il Brexit va a dare un calcio anche al mondo del pallone, ed è un autogol.

A nulla sono serviti gli appelli di club e di star coi tacchetti di Sua Maestà a salvare la Premier dall'uscita dall'Europa. L'impatto si sentità sia a livello economico che di regolamenti.

Senza cadere in previsioni apocalittiche di geopolitica del calcio continentale, i primi effetti saranno sotto gli occhi di tutti già dall'estate quando i club inglesi, con una sterlina in caduta libera, dovranno rivedere la lista della spesa, e magari rinunciare a qualcosa.

Per non parlare del rischio della fuga degli investitori stranieri, che trasformerebbe uno dei campionati più seguiti al mondo, in un torneo di carattere nazionale. Con un ritorno ai livelli, anche calcistici, scarsi, del periodo dell'esclusione fine anni '80.

Alla vigilia del voto, l'amministratore della Premier League, Richard Scudamore, a nome dei 20 club della massima divisione si era prodigato per convincere tutti a restare in Europa. Anche perché uno dei segreti del successo del calcio inglese è da sempre l'export, con tifosi su tutto il pianeta. 

Brexit poi si sentirà anche nel ricchissimo contratto per la cessione dei diritti tv di circa 8 miliardi di euro per i prossimi tre anni di Premier. Un campionato che conta 14 proprietari di club stranieri e squadre internazionali col 65% dei giocatori formato da stranieri. Una caratteristica anche dovuta al fatto che non c'era un limite di calciatori extracomunitari tesserabili dai club e i giocatori europei potevano avvalersi del diritto alla libera circolazione riconosciuta ai paesi comunitari. Il Leave quindi porterà quest'ultimi alla stregua degli extra-comunitari. 

Permesso di lavoro e regolamenti in più non favoriscono i giovani. E sarà grigia anche gli allenatori, che nella prossima stagione saranno quattro: Claudio Ranieri, Antonio Conte, Francesco Guidolin e Walter Mazzarri.