Mercoledì 24 Aprile 2024

Borsa, Milano da brivido: -5,63%. Europa a picco

Azzerati in un'ora i guadagni di ieri. Profondo rosso anche a Wall Street FOCUS Cosa c'è dietro al crollo delle banche in Borsa - di Achille Perego

Borsa (Ansa)

Borsa (Ansa)

Milano, 11 febbraio 2016 – Un mercoledì da paura sui mercati europei. E a guidare il thrilling è la Borsa di Milano. L'indice Ftse Mib chiude a -5,63% a 15.773 punti. Poco meglio l'All Share: -5,17% a 17.273,08 punti. Piazza Affari, trascinata a picco dalle banche, è maglia nera in un'Europa in profondo rosso: Londra cede il 2,18%, Francoforte il 2,93% e Parigi addirittura il 4,03%. Ancora pesanti vendite sui titoli bancari. Male anche Wall Street che, dopo un avvio negativo, amplia le perdite e viaggia in rosso di oltre il 2%. Malissimo Twitter, dopo l'ennesima trimestrale da dimenticare. Risale lo spread tra Btp e Bund che termina a 153 punti dopo aver sforato anche quota 160. Ancora giù il prezzo del petrolio, sceso sul Wti a 26,39 dollari al barile (-3,86%). In rialzo euro e oro, si consolida la fuga dall'azionario verso i beni rifugio

LA GIORNATA - Neanche il tempo di tirare il fiato dopo la boccata d'ossigeno di ieri (Piazza Affari ha chiuso a +5%) che una nuova e pesante di vendite travolge i listini. In un'ora Milano azzera i guadagni di ieri, poi tracolla. E con lei l'Europa. Sui mercati pesano i timori di una crescita che proprio oggi l'Fmi ribadisce "moderata, modesta, con rischi al ribasso".  I nervi scoperti sono il rallentamento della Cina e dei mercati emergenti, la volatilità e il rafforzamento del dollaro. Tanto che la Yellen, numero uno della Federal Reserve, corre ai ripari. L'ipotesi di "tassi negativi non è" da escludere, afferma. "La stiamo guardano per essere pronti" in caso fosse necessario "dobbiamo valutare se funzionerebbero qui" mette in evidenza Yellen, ribadendo che nel 2010 la Fed aveva ritenuto che non funzionassero. Ieri la Yellen aveva sottolineato come le turbolenze globali fossero un rischio per la ripresa in Usa. 

BANCARI - Piazza Affari è crollata con le banche. A deludere il mercato sono stati i risultati di Ubi Banca (-12,11% a 1,976 euro), con Mps (-9,88% a 0,4844 euro), dopo che il consigliere delegato di Ubi, Victor Massiah, ha chiuso la porta a possibili aggregazioni, in particolare con la banca senese. Male anche Bper (-9,59% a 3,754 euro), e Banco Popolare (-8,71% a 6,445 euro). Limita i danni rispetto al comparto, risalendo dai minimi di seduta, Mediobanca (-5,27% a 5,755 euro), dopo aver pubblicato conti molto apprezzati dagli analisti, ma restando coinvolta nelle vendite che hanno investito i titoli finanziari. Tra le altre blue chips, forte ribasso di Saipem (-12,02% a 0,3185 euro) nel giorno in cui si è chiuso l'aumento di capitale, quando il comparto petrolifero è debole in generale, a causa del nuovo calo del greggio (Eni -6%). Unico in controtendenza A2A (+0,83% a 0,9765 euro) in chiave difensiva. Le vendite sul settore bancario si sono registrate in tutta Europa. Secondo alcuni rumors che circolano sul mercato, la Bce starebbe pensando di includere acquisti di titoli bancari nell'ampliamento del Qe a marzo.

FOCUS Perché la Borsa di Milano è crollata nel 2016 - di Achille Perego

ASIA - Forte ribasso per la Borsa di Hong Kong, la prima a riaprire dopo il capodanno cinese. La piazza dell'ex colonia britannica ha scontato il clima negativo che nei giorni scorsi aveva spinto al ribasso Tokyo, oggi chiusa per festività, con l'indice di riferimento Hang Seng che ha chiuso a 18.545,8 punti, in calo del 3,9%, al livello piu' basso dal giugno del 2012. La giornata in Asia, con le altre piazze cinesi ancora chiuse, mostra un netto calo per la Borsa di Seul (-2,9% indice Kospi) mentre in Australia l'indice S&P ASX 200 si è apprezzato dell'1 per cento.

ORO E VALUTE – In un contesto del genere, non stupisce lo scatto rialzista dell'oro, con l'oncia che sfonda al rialzo la soglia simbolica dei 1.200 dollari e segna nuovi massimi da 9 mesi a questa parte. Da alcune settimane il metallo prezioso per eccellenza si è riappropriato di quel ruolo da bene rifugio, o porto sicuro nelle fasi di accentuata volatilità e tensione dei mercati, che alcuni mesi fa sembrava essersi appannato. L'oncia ha segnato un picco di seduta a 1.220,40 dollari, successivamente si attesta a 1.216,30 dollari, in rialzo dell'1,82 per cento rispetto al fixing di ieri. Il tutto mentre i mercati azionari di mezzo mondo sono nuovamente preda di una ondata di vendite generalizzate. Chiude in forte rialzo l'euro, a quota 1.13 dollari, valore sui massimi degli ultimi 4 mesi.

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