Giovedì 2 Maggio 2024

Contrordine, i videogiochi fanno bene allo studio

Una ricerca evidenzia che i videogiochi aiutano gli studenti ad acquisire competenze utili tanto a scuola, quanto nel mondo del lavoro

Giocare ai videogiochi fa bene (Foto: iStock/PeopleImages)

Giocare ai videogiochi fa bene (Foto: iStock/PeopleImages)

Poco tempo fa abbiamo scoperto che i videogiochi possono essere un antidoto contro la depressione. Ma ora, un team della University of Glasgow ci dice che sono anche un toccasana per lo studio. Secondo quanto pubblicato sulla rivista Computers and Education i videogame consentono infatti agli studenti di acquisire abilità e competenze molto utili tra i banchi di scuola. GIOCARE AI VIDEOGIOCHI FA BENE L'equipe scozzese è giunta a questa conclusione tramite un esperimento durato otto settimane, che ha coinvolto cento studenti di età media intorno ai 20 anni. Cinquanta volontari sono stati invitati in laboratorio per cimentarsi due ore al giorno con alcuni popolari titoli del panorama video ludico, sempre sotto il monitoraggio degli scienziati. L'altra metà dei partecipanti ha invece avuto la funzione di gruppo controllo, ossia ha completato una serie di test attitudinali previsti dall'esperimento senza mai tenere in mano un pad. GIOCANDO SI IMPARA Al termine delle otto settimane i videogiocatori hanno evidenziato miglioramenti in diversi ambiti di competenza. I risultati dei test hanno infatti dimostrato che erano più adattabili, più intraprendenti e avevano acquisito maggiori abilità comunicative. Matthew Barr, che ha coordinato lo studio, ha dichiarato alla BBC che "i videogame moderni esigono flessibilità e ingegno, e prevedono più strade per completare la propria missione". Ma non solo: "Il modo in cui sono sviluppati incoraggia spesso il pensiero critico e l'apprendimento riflessivo, attributi che solitamente fanno parte del bagaglio di una persone con una laurea". UNA PALESTRA DI VITA In conclusione lo studio suggerisce che i videogiochi possono essere un efficace strumento educativo, perché mettono in gioco abilità che tornano molto utili a scuola. Tra queste, sottolineano gli scienziati, ci sono la propensione ad analizzare e risolvere problemi (problem solving) e a cavarsela in situazioni difficili, che sono requisiti altamente apprezzati anche nel mondo del lavoro.