Giovedì 25 Aprile 2024

Rye whiskey, il trend è inarrestabile

Ogni anno va sempre meglio ed è sempre più facile trovarlo anche in Italia, ma che cos'è il rye whiskey e quali sono le bottiglie da assaggiare?

Foto: Jonathan Austin Daniels/iStock

Foto: Jonathan Austin Daniels/iStock

Gli economisti insegnano che dopo qualche anno di crescita folle è ragionevole attendersi un calo. Apparentemente, la produzione del rye whiskey rappresenta un'eccezione alla regola: secondo lo statunitense Distilled Spirits Council, dal 2009 al 2016 ha fatto registrare un aumento complessivo del 778%, passando da 88mila a 775mila botti annue. La conseguenza più visibile, in Italia, è che troviamo con molta più facilità bottiglie di rye dietro il bancone di bar: cerchiamo allora di capirne di più. TORCIBUDELLA? NON PIÙ Il rye whiskey è stato il primo distillato a essere prodotto negli Stati Uniti, ma inizialmente era una bevanda fatta un tanto al chilo, dal sapore grezzo e con tendenza a regalare postumi micidiali. Un autentico torcibudella, insomma. Particolarmente diffuso negli stati della Pennsylvania e del Maryland, diventa molto raro dopo il proibizionismo, ma nel contempo inizia a essere prodotto con sempre maggiore attenzione per le materie prime e i processi di lavorazione. Tanto che in anni recenti capita spesso di vedere un rye in vetta alle classifiche dei migliori whiskey al mondo. A mo' d'esempio, acquistando una bottiglia di Crown Royal Northern Harvest Rye, oppure di Booker's Rye, si può stare certi di aver portato a casa qualcosa di straordinario. IL CARATTERISTICO GUSTO SPEZIATO Nonostante le eccellenze odierne, il rye whiskey ha mantenuto una caratteristica che aveva sin dall'inizio e cioè un gusto particolarmente speziato. Questo dipende dal fatto che, secondo la legge statunitense, un rye dev'essere necessariamente prodotto con una base di almeno il 51% di segale, proprio quella che dona la caratteristica speziatura. Ogni distillatore può poi completare la miscela con i cereali che meglio crede, e di solito si tratta di granoturco e orzo maltato, che aiutano ad ammorbidire la spiccata personalità della segale. Terminata la distillazione, il liquido viene fatto riposare in botti di quercia affumicate e nuove e se l'affinamento supera i due anni allora il rye può essere chiamato straight. CONSIGLI DI ASSAGGIO Al di là dei già nominati Crown Royal Northern Harvest Rye e Booker's Rye, vale la pena di citare un'altra manciata di nomi. Intanto l'Old Overholt Straight Rye Whiskey, che ha un eccellente rapporto qualità/prezzo. Poi il Sazerac 6 Year Old Straight Rye Whiskey e Bulleit “95” Rye Small Batch Frontier Whiskey (dove 95 indica la percentuale di segale utilizzata). ATTENZIONE AL CANADA Un'ultima avvertenza: anche in Canada si produce un rye whisky (senza la “e”), ma siccome la legge canadese non obbliga a utilizzare almeno un 51% di segale, il sapore di questo distillato tende a essere anche molto diverso da quello della tradizione statunitense. Insomma, per togliersi la curiosità sul rye, vale la pena di puntare a un prodotto made in USA: se piace, allora largo alla sperimentazione e agli assaggi, altrimenti la segale non fa per te e tanto vale orientarsi su altro. Leggi anche: - Mackmyra 10 anni: il whisky invecchiato in miniera - Quale rum vale la pena di assaggiare? - Glenlivet, il whisky che costa più di un'automobile