Lunedì 6 Maggio 2024

Bambina uccisa a Benevento, il giallo delle ultime 3 ore

Il caso di Maria Ungureanu: il clan romeno, l'amico, i giostrai. Caccia al dna del killer stupratore

I genitori di Maria Ungureanu (LaPresse)

I genitori di Maria Ungureanu (LaPresse)

Napoli, 26 giugno 2016 - DOPO una settimana il giallo di San Salvatore Telesino resta fitto e cresce la paura per un orco che ha violentato e ucciso la bambina romena di 9 anni. I prossimi saranno giorni decisivi: i rilievi del Ris, i risultati definitivi sull’autopsia e i controlli su tabulati, gps e telecamere di videosorveglianza potranno indirizzare le indagini della procura di Benevento verso la giusta direzione. Per sette giorni, dopo il ritrovamento del cadavere di Maria Ungureanu nella piscina del resort Borgo San Manno, l’inchiesta si è mossa tra molti dubbi, orari che non tornano e ricostruzioni di cartapesta.

UN OMICIDIO commesso da uno solo o da un branco? Un unico stupro o preceduto da altri abusi? Tanti interrogativi, poche risposte. Il romeno Daniel Petre Ciocan, 21 anni, operaio senza occupazione fissa, è l’unico indagato per omicidio e violenza sessuale. Sostiene di aver incontrato Maria, che conosceva perché amico dei genitori, davanti alla sua casa, a centro metri dalla chiesa di Maria Assunta. «Mi ha pregato di proteggerla perché c’era un’amichetta che l’infastidiva», ha spiegato al procuratore Giovanni Conzo. Daniel le ha chiesto poi di accompagnarlo a Telese a prendere la sorella. «In macchina abbiamo sentito musica». Ma a Telese la Polo blu di Ciocan non è mai arrivata. «C’era una gara podistica, le strade erano bloccate». Di cosa hanno parlato in quell’ora? Hanno visto qualcuno? E dopo averla scaricata davanti alla chiesa, si sono ancora rivisti?

GLI ORARI. È il punto cruciale. Alle 19,30 Maria esce dalla chiesa. Incontra Daniel e va in macchina con lui. Poco dopo le 20,30 si fa vedere davanti alla chiesa, da sola, senza Daniel. Va a casa a prendere un panino e, poco prima delle 21, esce di nuovo. Qualcuno, poco dopo le 21,15 la vede in piazza Pacelli, dove ci sono le giostrine. Poi il blackout. Verrà trovata morta alle 24 nelle piscina del resort. Secondo il primo esame autoptico, era morta un’ora prima per asfissia da annegamento. Maria non sapeva nuotare. Cosa è successo dalle 21,15 alle 24, chi ha incontrato? È entrata da sola nel resort o era in compagnia?

LA COMUNITÀ ROMENA. I 400 romeni che vivono a San Salvatore Telesino costituiscono una comunità integrata. Gli inquirenti sospettano che il colpevole sia uno di loro: probabile che Maria conoscesse l’uomo che l’ha portata nel resort. È stato il padre della piccola a lanciare l’appello alla comunità: «Chi sa parli».

I GIOSTRAI. Ieri sono stati ascoltati due giostrai napoletani che, in occasione della festa patronale, avevano installato giochi in piazza, a poca distanza dal casale. Maria era viva alle 21,15 di domenica sera. È una della certezze degli inquirenti: i testimoni l’hanno vista nell’area delle giostrine.

I COMPAGNI DI CLASSE. Tra le 60 persone ascoltate come testimoni, ci sono compagni di classe di Maria. Qualcuno di loro potrebbe aver raccolto qualche suo segreto. Sentita soprattutto la ragazzina, da cui Maria diceva di essere intimorita. Gli inquirenti hanno passato al setaccio anche i diari e i quaderni della piccola.

GLI ABUSI. C’è il terribile sospetto che la piccola abbia subito violenze in passato, ma questo lo dirà l’esame legale che potrà datare con precisione le eventuali lesioni. Maria era arrivata a San Salvatore Telesino due anni fa, in precedenza aveva vissuto in Romania con i nonni.

I GENITORI DI MARIA. Secondo Daniel la piccola ha bussato alla sua porta alle 19,30 e lui l’ha lasciata in piazza alle 20,30. I genitori sostengono che sarebbe tornata a casa alle 20,30 e uscita dopo aver preso un panino. Versioni che non collimano. Per questo motivo Marius e Andrea Ungureanu sono stati ascoltati per ben 14 ore nella caserma. Troppe. C’era qualcos’altro da raccontare?