Mercoledì 1 Maggio 2024

Avanti coi risparmi

di Gabriele Canè

L’IDEA non è male. Il risultato non è garantito. Parliamo della ‘rivoluzione’ varata dal cda Rai. Asciugare, razionalizzare, sono parole d’ordine condivisibili. I tg appaltati ai partiti sono roba più da Repubblica delle banane che da Prima Repubblica. Quello governativo, quello di destra (moderata), quello di sinistra (militante). Roba vecchia. E costosa. Il progetto di raggruppare l’informazione sta nel modo moderno di fare editoria. Anche Mediaset ha creato da tempo una piattaforma comune per i suoi tg, e se ce lo permettete, ad arrivare primi siamo stati noi con Qn. Perché, per raccontare con quale cappellino è uscita ieri la Regina di Inghilterra non servono tre corrispondenti da Londra. Normale. Se non fosse che fino ad oggi la Rai ha vissuto al contrario, negli sprechi di un servizio che di pubblico aveva soprattutto il canone pagato da noi. Adesso, pare si volti pagina. Bene. Dicono che il modello è la Bbc. Ottimo riferimento. Con qualche piccola differenza. Che in Inghilterra, ad esempio, di televisioni pubbliche ce n’è una sola, come in Francia. Dunque, prima osservazione. Che fine ha fatto l’idea di vendere due reti e tenerne una sola pubblica? Questo sì che vuol dire risparmiare. Il fatto che l’ipotesi di dismissioni non venga neppure evocata, qualche dubbio lo genera. Uno, ad esempio. Non è che si vogliano rimescolare gli stessi ingredienti per servire poi la medesima zuppa? Diciamo di no. Ribadendo però che una rete costa sempre meno di tre messe assieme. Detto questo, resta il dubbio principale. Chi comanda? Renzi lanciò il grido di battaglia: fuori i partiti dalla Rai. Applausi a scena aperta. Ma in questa Rai ‘slim’ chi decide? Il direttore generale ha buttato lì ipotesi divertenti: come la scelta dei due direttori sopravvissuti attraverso una specie di bando. Vuoi dirigere Tg1 più Tg2? Scrivici. Male che vada ti mandiamo a Mediaset dalla De Filippi a C’è posta per te. Scherzi a parte, chi nominerà il direttore generale che nomina i direttori di testata? E la vigilanza? Chi vigila? La Bbc? Se la Rai è pubblica, a occhio e croce sarà il pubblico a decidere. Cioè la politica. E senza voler fare allarmismi sulla nostra solida democrazia, più l’informazione sarà accorpata, più chi comanda avrà voce in capitolo. Renzi, Grillo o Berlusconi che sia. Insomma, il vero nodo è ancora da sciogliere. Per ora accontentiamoci dei risparmi. Se, quando e come si faranno.

di Gabriele Canè