Venerdì 26 Aprile 2024

Matrimoni nulli, la svolta del Papa. "Processi gratis e una sola sentenza"

La riforma dopo tre secoli. Procedimenti sprint davanti ai vescovi

Papa Francesco con alcuni fedeli (Ansa)

Papa Francesco con alcuni fedeli (Ansa)

Roma, 9 settembre 2015 - Nel pontificato di Francesco i poveri da rimettere al centro dell’azione della Chiesa sono anche i fedeli divorziati che troppo a lungo e spesso anche per l’onerosità delle procedure finiscono nel tetro limbo delle cause giudiziarie pendenti, appesi alle lungaggini dei tribunali ecclesiastici, in attesa di dichiarazioni di nullità matrimoniali che arrivano quando magari si sono già rifatti una vita per le vie civili abbandonando nel frattempo anche la pratica di fede e vedendosi impedita la possibilità di regolarizzare religiosamente la seconda unione. Così Francesco, per la prima volta dopo tre secoli, mette mano al processo di dichiarazione di nullità matrimoniale rivoluzionandolo dal profondo, con uno snellimento radicale delle procedure e l’imperativo che siano gratuite "salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operatori dei tribunali".

LE NOVITÀ sono tutte di rilievo e disposte in due ‘motu proprio’ firmati da Bergoglio non certo, sottolinea di suo pugno il Papa, per "favorire la nullità dei matrimoni" ma solo "la celerità dei processi". La riforma ruota attorno alla centralità del vescovo locale che diviene giudice nella sua diocesi o può anche istituire un giudice unico (un chierico) con giudizi non più collegiali. Al vescovo direttamente spetta invece il giudizio in una della maggiori novità varate e cioè il cosiddetto ‘processus brevior’, uno strumento velocissimo da adottare quando entrambi i coniugi lo richiedono e le cause di nullità siano ‘evidenti’.

La sua celebrazione deve avvenire entro 30 giorni dal deposito delle prove e riguarda casi manifesti come la mancanza di fede, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa, di figli nati da relazioni precedenti. Rivoluzione anche per il processo ordinario con l’abolizione della doppia sentenza conforme (basterà quindi la sentenza di primo grado e la certezza morale raggiunta dal primo giudice) e una stretta sulla ammissibilità degli appelli. Novità anche per il matrimonio ‘rato e non consumato’: in questo caso il tribunale può avviare direttamente domanda di dispensa.

Il processo ordinario poi non dovrebbe durare oltre un anno. "I giudici non dormano", ha sferzato monsignor Pio Pinto, decano della Rota Romana, e capo della speciale commissione che ha lavorato sulla riforma. Finora una causa poteva trascinarsi anche per 4,5 fino a dieci anni. Adesso tempi e costi dovrebbero assottigliarsi parecchio. Già la Rota Romana, che rimane tribunale universale di appello, ha votato per le procedure gratuite e ha spinto affinché gli onorari degli avvocati scendessero attorno ai 3-400 euro. Monsignor Pinto ha parlato di una riforma voluta dal Papa dopo ‘l’ampia convergenza’ sul tema emersa durante la prima puntata del sinodo sulla Famiglia dell’anno scorso.

MA CERTO la decisione di Francesco, che arriva prima del nuovo appuntamento sinodale ad ottobre, è anche un modo per il Pontefice argentino di depotenziare l’incendiaria mina rappresentata dal nodo della concessione della comunione ai divorziati risposati. Francesco offre altre vie per riportare ai sacramenti chi dopo il fallimento della prima unione ha formato una nuova coppia.

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