Venerdì 26 Aprile 2024

Accorpamento della Forestale: "Se passerà andremo al referendum"

Parlamentari e associazioni ambientaliste e animaliste contro il progetto del governo. Il presidente della Lipu: "Una scelta inconcepibile e senza logica"

Uno dei tanti interventi della Forestale

Uno dei tanti interventi della Forestale

Roma, 13 aprile 2015  - "Se il governo va fino in fondo valuteremo l'ipotesi di un referendum abrogativo. Siano i cittadini a decidere". Sono pronte a dare battaglia alla legge delega sulla riforma della Pubblica amministrazione (ddl Madia) che prevede l'accorpamento della Forestale ad un altro corpo di polizia, le associazioni ambientaliste, animaliste e anche del sociale, riunite oggi a Palazzo Madama e che hanno l'appoggio di alcuni senatori come Loredana De Petris e Francesco Campanella del Gruppo misto.

Presenti a difendere la Forestale, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, Sergio Costa e Giuseppe Vadalà, comandanti rispettivamente per la Campania e Toscana del Corpo forestale dello Stato e Francesca Rocchi, vice presidente di Slow Food Italia. Terra dei fuochi, Xylella fastidiosa, frodi sul made in Italy, inquinamento, ogm, agropirateria, ecomafie, tutela della biodiversità e delle specie protette, incendi boschivi, dissesto del territorio, abusivismo, gestione dei Parchi e delle foreste, e bracconaggio: sono solo alcuni degli ambiti d'intervento di un Corpo specializzato, quello della Forestale, "indispensabile per il futuro dell'ambiente e del patrimonio naturalistico del Paese".

Oltretutto, fanno sapere dal Corpo, la Forestale costa 30 milioni l'anno ma ne incassa 28 di multe. Una riforma quella della Pa che i senatori sono chiamati a votare proprio questa settimana, una riforma "irrazionale che rischia di disperdere la specificità e l'eccellenza del Cfs" e "un ossimoro a poche settimane dall'inizio dell'Expo", secondo le associazioni.  "Una scelta pericolosa del governo e della maggioranza - spiega la senatrice Loredana De Petris di Sel - la razionalizzazione doveva rivolgersi a forze 'generaliste'.

Il Cfs è l'unico corpo che in tutti questi anni ha accumulato un profilo specifico sui reati ambientali. L'assorbimento rischia di configurarsi come un'assoluta penalizzazione". Quindi, "basta tweet e demagogismo. Salviamo la Forestale", conclude De Petris. Una difesa della natura "a costo zero", come si diceva. La Forestale spiega: "Esclusi gli stipendi che non sono in discussione" nella legge delega sulla riforma della Pubblica amministrazione, "per tutto il funzionamento e i servizi resi allo Stato, il Cfs costa circa 30 milioni all'anno di euro che si compensano con i 28 milioni di sanzioni amministrative notificate".

Il colmo, poi, per le associazioni riunite oggi al Senato, sta nel fatto che "nello stesso giorno in cui veniva dato il via libera per la riorganizzazione del Corpo, veniva approvato un emendamento che scandalosamente salva i sei Corpi forestali delle Regioni e Province autonome, dei veri e propri 'carrozzoni', celebre esempio di spreco di denaro pubblico, che, invece, sarebbero dovuti essere assorbiti dal Corpo forestale dello Stato, assieme alla Polizia provinciale". Come associazione ambientalista "siamo sconcertati - interviene Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu - 'trasferire' 200 anni di storia di tutela della natura e degli animali è qualcosa di inconcepibile. La Forestale è la forza di polizia più amata dai cittadini. Per questo è necessario un tavolo in cui le cinque forze di polizia del Paese si riuniscano e disegnino unica forza Polizia del nostro Paese così come ci chiede l'Unione europea". Non si parla poi "delle 130 riserve naturali italiane. Che fine faranno se la Forestale verrà smembrata?", chiosa Mamone Capria.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]