Giovedì 25 Aprile 2024

Animali esotici: un esercito abbandonato? "E' tempo di muoversi"

Medici veterinari, zoo e Ministeri fanno quadrato: "E' necessario l'aiuto di tutti"

Tartarughe

Tartarughe

Cremona, 1 marzo 2017 - Oltre il cane e il gatto, tra le mura delle abitazioni di 20 milioni di Italiani (Eurispes) che vivono con un animale domestico, c’è un esercito di pesci, tartarughe, uccelli, conigli, criceti e altre specie esotiche non quantificato con cifre precise. Nello stesso tempo, fuori dalla porta di casa, molte specie esotiche sono diventate selvatiche e hanno invaso gli habitat naturali italiani, divenendo le cosiddette “specie aliene”: l’Ispra ne quantifica 3mila ormai adattate a vivere nel nostro Paese, con un aumento del 96% negli ultimi 30 anni.

Il benessere di animali esotici e selvatici è un mondo vastissimo e multidisciplinare che richiede con urgenza, un approccio scientificamente orientato, nell’esigenza di superare improvvisazioni e cattive gestioni”. E’ l’appello alle istituzioni, “che siano più coinvolte, ma anche alle associazioni e all'opinione pubblica che non scadano nel fanatismo” che ha lanciato Giordano Nardini, Presidente della Società Italiana Veterinari Animali Esotici a margine del primo convegno “Il benessere degli animali esotici e selvatici in Italia”, promosso a Cremona in collaborazione con l’Associazione Nazionale Medici Veterinari e patrocinato dalla Società Italiana Medici Veterinari degli Animali Selvatici e da Zoo, che ha riunito Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna.

E a Nardini, fa eco Spartaco Gippoliti, Cites (Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate): “Non si conoscono ancora tutte le specie in natura ma la sfida delle specie aliene invasive ci sta prepotentemente ricordando le responsabilità di comportamenti umani superficiali e impreparati”. E’ il caso di una città come Roma, dove è presente una biodiversità ricchissima, che si è trovata ad affrontare il caso di un cinghiale in un condominio e di una volpe nel centro storico. “Serve un coordinamento di tutti gli interventi - ha detto Rosalba Matassa, Direttore Tutela Ambientale e Benessere Animale del Comune di Roma - perchè non si può lasciare il cittadino senza una risposta”. “Le leggi ci sono - sottolinea Cristina Zacchia del Ministero dell’Ambiente - ma è necessario essere sempre presenti per farle rispettare in tutti gli ambiti dove animali esotici e selvatici vengono ospitati senza tralasciare la formazione di chi opera nel settore”.

E una risposta concreta sulle corrette pratiche di gestione degli animali esotici in situazioni di difficoltà o ospitati sin dalla nascita, arriva dal Parco Natura Viva di Bussolengo, unico parco zoologico in Italia ad avere da oltre 10 anni un settore specifico per la ricerca e la conservazione del benessere animale: “Noi siamo pronti a mettere in campo le competenze veterinarie ed etologiche che abbiamo sviluppato in 48 anni di gestione di animali a rischio estinzione nati nella nostra struttura o a noi affidati dalle autorità in seguito a confische - annuncia Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo intervenuto al convegno - e per garantire il benessere degli animali selvatici ospitati in ambiente controllato, è necessario conoscere le esigenze e i bisogni della specie, ma anche la storia di ogni singolo individuo”. “L’ambiente nel quale si trovano - continua Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva - sia esso strutturale e sociale è di fondamentale importanza perché gli individui possano correre, saltare, arrampicarsi, ma anche cooperare o competere, imparare a rispettare le gerarchie e a creare alleanze. Gestire gli animali garantendone il benessere è far sì che ognuno possa essere quello che è: se sono uno scimpanzé devo potermi comportare da scimpanzé, se sono un pappagallo devo potermi comportare da pappagallo e se sono un coniglio devo potermi comportare da coniglio”.

Abbiamo bisogno di voi” - interviene Elena Tricarico dell’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), rivolgendosi alla platea di oltre 200 medici veterinari presenti, un uditorio consapevole dell'urgenza di iniziative di educazione, non solo sociali ma anche nei confronti dei media, e che non manda giù le 'liberazioni mediatiche' di animali. “I medici veterinari sono a contatto con le famiglie e possono fare molto per educare i cittadini a prevenire l'alterazione di eco-sistemi compromessi dalla superficialità dell'uomo”, conclude. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]