Mercoledì 24 Aprile 2024

Un marziano sulla terra: Nadal 20 e lode

Roland Garros, Djokovic dominato in finale: Rafa eguaglia Federer per Slam vinti. A Parigi il trionfo numero 13 senza cedere un set

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di Ubaldo Scanagatta

I record sono fatti per essere battuti e da qui all’anno 2.100, in 80 anni, tante cose possono accadere, salvo che un giocatore vinca 13 Roland Garros, vincendo 100 partite e perdendone appena due in 15 anni.

Rafa Nadal in finale ha dominato, anche tatticamente, Novak Djokovic così nettamente, 60 62 75, che nessuno poteva prevederlo. Difatti McEnroe, Wilander, Courier, Henman – gli opinionisti di Eurosport – avevano tutti pensato che il tennista dall’arsenale più completo e dal repertorio più vario, il serbo cioè, avrebbe sfatato stavolta il mito dell’invincibilità di Rafa Nadal nel suo regno, approfittando anche di un campo pesante che pareva poter costituire un handicap per un top-spin presumibilmente meno efficace di Rafa. Inoltre si è giocato sotto il tetto delle Chatrier e anche quello pareva un elemento a favore di Djokovic, perché normalmente è così.

Ci siamo sbagliati tutti soprattutto per le proporzioni assolutamente inimmaginabili della sconfitta. Djokovic non aveva mai perso così nettamente una finale di Slam e stupisce che Nadal avrebbe potuto vincere ancora più nettamente, per essere stato avanti di un break, 3-2 e servizio nel terzo set e poi, raggiunto sul 3 pari, per aver avuto una palla-break sul 4 pari. Il break decisivo lo ha rinviato di poco: è arrivato sul 5 pari con un doppio fallo finale. E sul 6-5 40-0 Rafa si è permesso invece di chiudere addirittura con un ace esterno che ha lasciato Djokovic di stucco e lui…in ginocchio e, poi al suono dell’inno, in lacrime.

Come si spiega un risultato così netto, se non vogliamo liquidarlo con la banalità del tipo, Rafa ha trovato una giornata magica e Novak una pessima?

1) Djokovic ha servito malissimo. Non metteva quasi mai dentro la “prima”. Nei due break iniziali ha messo 2 “prime” su 8 e 1 “prima” su 6. Ha lottato per 33 minuti ma si è trovato sotto 4-0, quando ha perso anche il quinto game pur essendo stato avanti 40-0…

2) Si è innamorato durante il torneo dei punti rapidi conquistati con la smorzata (35 contro Tsitsipas, una trentina ieri), ma non si è reso conto che a provarne troppe – e soprattutto troppo presto – non si è mai dato il tempo per trovare misura e controllo nei palleggi. Se non giochi quasi mai scambi di 1015 colpi, uno come lui che fa del ritmo e della capacità di spostare l’avversario, una sua prerogativa, diventa dura contro un Nadal che non sbaglia mai, 3 gratuiti nei primi due set.

3) Se di solito il dritto è il colpo decisivo di Nadal, ieri lo è stato almeno altrettanto il rovescio slice che rimbalzava poco sul rovescio di Djokovic, e lo faceva avanzare nella terra di nessuno, senza dargli una palla comoda da attaccare.

Insomma, Rafa ha vinto per la quarta volta il torneo che da sempre è nel suo cuore senza perdere neppure un set, come già nel 2008, nel 2010, nel 2018. L’unico che è arrivato a servire per un set contro di lui (sul 6-5) è stato il nostro Jannik Sinner. Se a 19 anni il tennista altoatesino è stato capace di tanto, chissà cosa potrà fare in futuro. Non mi è parso per nulla casuale.

Roger Federer, che questo weekend era Milano e che si è visto raggiungere nel numero degli Slam vinti, 20 lui e Rafa, 17 Novak, ha scritto subito sui suoi social: "Congratulazioni Rafa, il tuo è uno dei risultati più straordinari che si possono raggiungere nello sport". Nadal ha replicato: "Io e Roger siamo amici da tanto tempo, credo che Roger sia contento quando io vinco come io sono contento quando vince lui… Ma anche se ho sempre detto che bisognerà aspettare la fine delle nostre carriere per vedere chi ne avrà vinti di più… chiaro che mi piacerebbe essere io, ma in questo momento a me interessa soprattutto aver vinto ancora una volta il Roland Garros. Era questo il mio obiettivo… Ne sono strafelice, anche se al tempo stesso non posso dimenticare che il mondo sta attraversando un periodo molto triste e difficile, per cui anche nella mia gioia, e nella fortuna che abbiamo avuto per aver potuto giocare questi tornei, non posso essere contento come dopo altre vittorie".

Nel 1930 ad Alfredo Binda, che aveva vinto 5 giri d’italia di fila, fu dato il primo premio (22.500 lire) perché non gareggiasse. Capiterà anche a Rafa Nadal? E quando Xisca gli darà un primogenito, i due non lo chiameranno per caso Rolando?

Su www.ubitennis.com gli highlights della finale, le interviste, le curiosità, il bilancio del torneo.