Mercoledì 24 Aprile 2024

Segnano i veri nueve, il cuore di Luis Enrique

Morata e Füllkrug in gol per il pari fra Spagna e Germania che lascia tutto aperto. Gli auguri del ct alla figlia scomparsa nel 2019

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spagna

1

germania

1

Primo tempo: 0-0

SPAGNA (4-3-3): Unai Simon 6.5; Carvajal 6, Rodri 6, Laporte 6, Jordi Alba 7 (37‘ st Balde sv); Gavi 6 (21‘ st Koke 6), Busquets 6.5, Pedri 6.5; Ferran Torres 5 (19‘ st Morata 7), Asensio 6 (21‘ st Williams 6), Olmo 6.5. Ct Luis Enrique 6.

GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6; Kehrer 5 (25‘ st Klostermann 6), Sule 5, Rudiger 6, Raum 5.5 (42‘ st Schlottrerbeck 6); Kimmich 5.5, Goretzka 6.5; Gnabry 5.5 (40‘ st Hofmann sv), Gundogan 5.5 (2‘‘ st Sane‘ 6.5), Musiala 6.5; Muller 5 (25‘ st Fullkrug 7.5). Ct Flick 6.5.

Arbitro: Makkelie (Olanda) 6.5.

Reti: 17‘ st Morata, 38‘ st Fullkrug.

Note: ammoniti Kehrer, Busquets, Goretzka, Kimmich. Angoli: 5-4 per la Spagna. Recupero: 2‘; 6‘.

di Paolo Grilli

Non poteva essere ancora la Spagna vista contro la Costa Rica, non doveva essere la Germania beffata dal Giappone. La partitissima del girone E è vissuta a lungo su un equilibrio figlio anche del timore reciproco. Sono serviti due attaccanti veri – altro che falsi nueve – Morata e Füllkrug, per griffare nella ripresa un pari che lascia tutto aperto nel girone di ferro. Alvaro di questa squadra è uno dei più maturi e leader in qualsiasi situazione: la sua zampata poco dopo la sua entrata in campo era quasi annunciata. Il gigante tedesco, anche lui partito in panchina, ha siglato l’1-1 di forza dopo i tentativi andati a vuoto dei compagni.

Sempre fraseggiante con spirito la ’Roja’ di Luis Enrique, uno che la vittoria ieri però l’ha solo sfiorata. Grande tecnico e uomo dal cuore unico. In mattinata, ’Lucho’ aveva toccato i cuori di tutti con quel dolce messaggio alla sua Xanita, scomparsa per una terribile malattia nel 2019. Ieri sarebbe stato il suo 13esimo compleanno. Il ct, con quel reel su Instagram lanciato dalla bici da corsa sotto il cielo del Qatar, ha dato una lezione di grandezza a tutti. Ha insegnato come un dolore inestinguibile possa tramutarsi in altro, elevando la consapevolezza che l’amore, presente e passato, è la legge che domina e sostiene le nostre vite, volando però sopra di esse. Sarà anche per questo che i suoi ragazzi giocano con una leggerezza che non è superficialità, è puro distillato di calcio. A tratti traballante, invece, ma sempre sul pezzo, la selezione guidata da Nagelsmann che dopo aver tremato in avvio – prodigioso Neuer sulla botta di Dani Olmo – ha rialzato la testa. E se non fosse stato per il fuorigioco semiautomatico che ha certificato l’offside di Rudiger a fine primo tempo, la ’Mannschaft’ avrebbe anche messo la partita dalla propria parte contro ogni pronostico.

Impressionante, la tela tessuta di continuo dagli iberici, con una proprietà tecnica sublime. Busquets è il professore in una splendida classe: Pedri e Gavi sono più che allievi. Ma non è che alla Germania la classe manchi. Il dinamismo di Kimmich, la corsa di Raum, i lampi di Musiala sono merce rara anche a questi Mondiali. Tenacia tedesca puntellata di inventiva. E infatti, nella ripresa, proprio Kimmich – baluardo del Bayern – ha costretto al super intervento Unai Simon dopo l’errore in costruzione dal basso (tutto il mondo è paese). Anche Musiala ha avuto un’occasionissima sempre neutralizzata dal portiere dell’Athletic Bilbao. Poi le due reti che hanno nobilitato la partitissima. La Spagna illumina, la Germania non si spezza. Non c’è ancora un padrone in questo Mondiale.