Leo Turrini
Forse è vero. O forse no. Due giornate nemmeno piene non bastano per scommettere su un campionato figlio del pluralismo al vertice. Eppur si muove...
Per cominciare, sarà qui ribadito che l’Atalanta ha tutto per vincere lo scudetto. Prima il Gasp si adatta all’idea e meglio sarà per i sogni di Bergamo. Nessuna squadra in Italia gioca bene come la Dea. Che è forte anche nei cambi, se uno come Muriel parte spesso dalla panca. Ancora: l’esperienza in Champions ha consolidato l’auto stima del gruppo. In breve: se non ora, quando?
La suggestione di un Leicester all’italiana si allunga come un’ombra su Andrea Pirlo. È lui quello che ha tutto da perdere: dopo nove trionfi consecutivi, a fare notizia sarebbe la sconfitta. È come la storia dell’uomo che morde il cane!
La Juve, beninteso, resta una corazzata e aver salvato la pelle a Roma, sotto di un uomo, è indice di una forza mentale che viene dalla storia. Ma è anche vero che la Juve belle partite, al di là dei risultati, nell’ultimo biennio ne ha disputate pochine. Infatti, Allegri e Sarri se ne stanno a casa.
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