Giovedì 25 Aprile 2024

Orgoglio Italia: "Questo è l’oro della fatica"

Jacobs, Tortu, Desalu e Patta: "Abbiamo lavorato come bestie". Marcell oggi alle 13 sarà portabandiera alla cerimonia di chiusura

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dall’inviato Leo Turrini

Sì, grazie, siamo italiani. Il meraviglioso stadio olimpico resta vuoto anche per l’ultima notte dell’atletica, eppure dall’angolino che ospita compagni e compagne di Antonella Palmisano, Marcell Jacobs, Fausto Desalu, Lorenzo Patta e Filippo Tortu si alza felice il coro che intona l’inno di Mameli.

Lo speaker giapponese se ne accorge e ultimate le premiazioni spara a tutto volume improbabili versioni giapponesi di Volare di Modugno e di brani di Raffaella Carrà.

Sì, grazie siamo italiani. L’incredibile momento magico della atletica azzurra (cinque ori) è ormai oggetto di sofisticate analisi. Chi tira in ballo il carisma dei mental coach. Chi loda una saggia politica di decentramento federale. Chi scomoda la fortuna del neo presidente Mei, appena entrato in carica. Chi bla bla bla.

"La verità è che per vincere noi della staffetta ci siamo fatti un mazzo così – spiega Filippo Tortu senza girarci troppo attorno –. Abbiamo lavorato come bestie per raggiungere la perfezione. Io, per dire, in tempi di Covid cercavo di allenarmi in un parco. Come mi sono sentito affrontando l’ultima frazione? Beh, è un ruolo semplice e difficile al tempo stesso, perché per tre quarti di gara sei uno spettatore, ma poi devi finalizzare il lavoro dei tuoi compagni..."

L’esempio. Marcellino pane e vino accetta i pani del nuovo Bolt ("Debbo ancora adattarmi alla idea, due ori nella velocità sono qualcosa di enorme..."), fa sapere agli americani di non averne paura ("Mi hanno invitato per un meeting a Eugene, nell’Oregon, non vedo l’ora di andarci per restare davanti al mondo") e si prepara alla vita nuova ("La pubblicità, la televisione? A priori non rifiuto proposte, fermo restando che a me interessa essere l’uomo più veloce del mondo").

Ma la cosa più significativa Jacobs, che oggi avrà anche il compito di fare da portabandiera nella cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, la esprime sotto forma di appello alle famiglie: "Spero che il nostro esempio incoraggi tanti genitori a portare i figli su piste e pedane. L’atletica è maestra di vita, aiuta a respingere la rassegnazione, anche quando incappi in amarezze, in delusioni. Penso che la mia storia personale sia, al riguardo, molto istruttiva".

L’orgoglio. Legittimo è anche l’orgoglio dei Fantastici Quattro per la grandiosa impresa. Sentite ancora Tortu: "A noi piacerebbe si parlasse di più dello sport che amiamo e pratichiamo, come nazionale di atletica leggera mica possiamo fare di più, abbiamo vinto cinque ori qui a Tokyo, è un risultato pazzesco, senza precedenti..."

Patta, che da bambino si sognava calciatore, e Desalu, che ha ringraziato mamma per i sacrifici fatti, hanno scomodato il pallone: "Magari stavolta saremo considerati più importanti noi dei trasferimenti di Lukaku e di Messi..."

Conoscendo come siamo fatti noi italiani, immagino sia lecito dubitare.