Venerdì 26 Aprile 2024

Nibali fatica, Italbici al buio verso il mondiale

Dopo i guai fisici di Ciccone e Formolo, lo Squalo si stacca alla Tirreno-Adriatico. Tour, colpo Hirschi

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di Angelo Costa

Fatto il Mondiale a Imola, ora bisogna fare gli italiani per correrlo. Missione che sta diventando quasi impossibile per il ct Cassani: dal Tour come dalla Tirreno-Adriatico non gli stanno certo arrivando buone notizie. Prima i guai fisici di Ciccone (Covid) e Formolo (clavicola rotta, anche se lui promette di far di tutto pur di esserci), adesso le difficoltà di Nibali, che fra i Due Mari, sulle prime salite, perde in fretta le ruote dei migliori: vero che lo Squalo è appena sceso dall’altura, vero che mancano ancora due settimane abbondanti alla prova iridata, ma i segnali non incoraggiano. Né facilitano il lavoro del tecnico azzurro.

Qui Tour. Alla terza fuga, fa finalmente (e meritatamente) centro Marc Hirschi, anni 22, debuttante in Francia, che regala alla Svizzera una tappa otto anni dopo Cancellara. Ci riesce secondo consolidato schema, prendendo il largo negli ultimi 30 chilometri, con la differenza che stavolta l’ex iridato U23 riesce ad arrivare da solo a Sarran. Tra quelli che provano invano ad inseguirlo, oltre al solito Alaphilippe, c’è anche Schachmann, il tedesco che a Ferragosto, al giro di Lombardia, si è schiantato contro una vettura entrata sul percorso, fracassandosi una clavicola: che appena ricostruito si sia presentato al Tour e sia lì a lottare coi migliori spiega abbastanza. Dice tutto un altro dato: in una giornata di attacchi e contrattacchi, davanti non si vede nemmeno un italiano. Oggi tappone di 7 colli, con arrivo in quota a Puy Mary.

Classifica dopo dodici tappe: 1) Roglic (Slo, Jumbo) in 51h 26’46’’, 2) Bernal (Col) a 21’’, 3) Martin (Fra) a 28’’, 4) Bardet (Fra) a 30’’, 5) Quintana (Col) a 32’’, 6) Uran (Col) st, 7) Pogacar (Slo) a 44’’, 8) A. Yates (Gbr) a 1’02’’, 16) Caruso a 3’42’’.

Qui Tirreno-Adriatico. Succede tutto a una dozzina di chilometri dal traguardo di Cascia, a Ospedaletto, ultima salita di una tappa che dalla cintola in giù è solo montagna: Simon Yates accende la miccia, Woods e Thomas si accodano immediatamente, Vlasov e Majka poco dopo. In discesa ne arrivano altri sei, tra i quali Hamilton e Masnada che in contropiede tirano dritto e vanno a giocarsi la tappa, che l’australiano vince allo sprint. Purtroppo in tutte queste operazioni non c’è mai Nibali: quando si scatena la bagarre, il siculo scivola subito in retrovia. Perde il primo treno, ma anche il secondo e pure il terzo, incassando un minuto e mezzo di distacco: sembra abbastanza per dichiarare chiusa la sua Tirreno, a meno che oggi, nel tappone senza pianura che si arrampica al Sassotetto, non si inventi un mezzo miracolo.

Classifica dopo quattro tappe: 1) Woods (Can, Ef), 2) Majka (Pol) a 9’’, 3) Masnada a 18’’, 4) Hamilton (Aus) a 27’’, 5) Kelderman (Ola) a 30’’, 6) Thomas (Gbr) a 34’’, 7) S. Yates (Gbr) st, 8) Vlasov (Rus) st, 13) Fuglsang (Dan) a 1’28’’, 24) Nibali a 2’02’’.