Giovedì 25 Aprile 2024

Newcastle da titolo, l’onda lunga del Golfo

Acquistata un anno fa dal fondo sovrano saudita, la squadra del principe ereditario bin Salman è passata dai bassifondi al secondo posto

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LONDRA (Inghilterra)

Con la sesta vittoria consecutiva in Premier League, il Newcastle United di proprietà saudita ha lanciato ufficialmente la sua sfida alle sei grandi d’Inghilterra per un posto in Champions League ma anche per il titolo. La squadra allenata da Eddie Howe, imbattuta da agosto, si è issata sia pure temporaneamente al secondo posto grazie al successo per 3-0 sul campo del Leicester City. La svolta per le Magpies, le gazze come è soprannomiato il club del nord dell’Inghilterra, è arrivata nell’ottobre del 2021 con l’arrivo del Public Investment Fund (Pif). Il fondo sovrano saudita che fa capo direttamente al principe ereditario Mohammad bin Salman ha rilevato il Newcastle United Football Club (Nufc) dal magnate inglese Mike Ashley quando languiva nei bassifondi della Premier. Grazie all’avvento in panchina di Howe al posto di Steve Bruce e agli aiuti dal mercato di gennaio, il club ha chiuso all’11°posto. Finora sono stati spesi 210 milioni di sterline tra gli acquisti di Kieran Trippier, Chris Wood, Bruno Guimaraes, Dan Burn e Matt Targett a gennaio, e di Nick Pope, Sven Botman e Alexander Isak questa estate. I fan bianconeri sono in piena luna di miele e i 52mila posti del St.James Park fanno registrare ripetuti ‘sold out’. I più ottimisti guardano all’ascesa del Manchester City, comprato nell’agosto 2008 da Sheikh Mansour e trionfatore quattro anni dopo in Premier League sotto la guida di Roberto Mancini (con una progressione dal decimo all’ottavo al quinto posto). Il club, però, nonostante il patrimonio da 430 miliardi di euro del fondo Pif, ha scelto una linea cauta, senza spese folli. L’orizzonte per la conquista della Premier League è di 5-10 anni, ha spiegato la comproprietaria, Amanda Staveley. Così si è puntato su talenti emergenti o comunque non ancora del tutto affermati: è il caso del 22enne difensore olandese Sven Botman, campione di Francia col Lille, o del 23enne attaccante svedese Alexander Isak, comunque pagato 70 milioni. A gennaio arriverà dall’Australia il promettentissimo attaccante 18enne di origine egiziana Garang Kuol. Gli ingaggi sono sul livello di Aston Villa e West Ham, non dell’olimpo inglese. In compenso tutti i giocatori stanno rendendo al meglio: l’attaccante paraguayano Miguel Almiron, autore dello stupendo secondo gol a Leicester, è già arrivato a quota nove in 16 presenze eguagliando il totale nelle quattro stagioni precedenti in bianconero. Per ora Pif non ha assicurato nuove entrate a parte il regolare ‘sold out’ del St.James’ Park: l’unico contratto di rilievo è quello con Noon per lo sponsor sulle maniche che frutterà 7,5 milioni di sterline a stagione. Portare il titolo della Premier league sulle rive del fiume Tyne resta un miraggio che i bookmaker quotano a 25 volte la posta, ma a questo punto un piazzamento Champions è più che una possibilità. L’exploit del Newcastle fa arricciare il naso a molti per le ombre attorno alla proprietà saudita. A novembre un gruppo di tifosi del Newcastle che contesta a Riad il mancato rispetto dei diritti umani dei migranti stranieri, dei dissidenti e della comunità Lgbtq, ha denunciato di aver ricevuto minacce e offese da account social. I membri dell’associazione “NUFC Fans Against Sportswashing” sarebbero stati definiti razzisti e minacciati di aggressione fisica. A far discutere è stata anche la scelta della terza maglia, bianca con i bordi e lo stemma verde, identica a quella della nazionale dell’Arabia Saudita. Per Amnesty International "è la chiara prova della potenza dei petroldollari e della determinazione del Regno saudita a fare ‘sportwashing". Buona parte della calorosa tifoseria bianconera, però, non ne vuol sapere e si è schierata con la proprietà saudita accusando chi la critica di tifare in realtà per gli arci-rivali del Sunderland.