di Paolo Franci
Non può sapere, Jurgen Klopp - o forse sì, chissà - quanto i napoletani siano inclini al gesto apotropaico applicato con rigorosa convinzione. Essendo esteta del pallone applicato al feroce e spettacolare rendimento, come può il Re di Liverpool esimersi dal fare i complimenti a uno della sua stessa razza tattica? "Se continuano a giocare così, possono arrivare in finale. È la squadra del momento in Europa". Guarda al Napoli, Klopp, come guardava all’Ajax di Ten Hag qualche anno fa che per poco non arriva in fondo. Questione di etnia pallonara.
E naturalmente, figurati se non c’è qualcuno che se ne sta li a malignare pensando al Napoli copia-incolla dei Reds. Come se Spalletti non giocasse così - e dannatamente bene- dai tempi dell’Udinese, passando per la Roma e fino a un Napoli pazzesco che in Champions le ha vinte tutte e non smette più di vincere sulle diverse sponde. "Il Napoli ha copiato noi? Non scherziamo - scaccia via l’idea Klopp - hanno la loro identità e in difesa, ad esempio, giocano in modo diverso". Eh sì perchè se noi facciamo qualcosa di bello qui in Italia dobbiamo per forza averlo copiato dall’estero. Dimenticando che la patria dell’arte, dell’idea e dell’ingegno è proprio la nostra. Basteranno per portarla a casa ad Anfield? Dopo il 4-1 del Maradona, per strappare il primo posto al Napoli i Reds devono vincere 4-0. Impresona al limite dell’impossibile visti i problemi del Liverpool e il momento pazzesco della Luciano’s Crew. Senza considerare che là davanti, dopo il ritorno di Osimhen - quattro gol tra Roma e Sassuolo - le cose girano a mille. Spalletti può giocare con lui, Simeone o Raspadori sapendo che può fidarsi. Non una cosa da poco in un match in cui la ripartenza sarà arma affilata. Anche più del solito contro chi deve segnare 4 gol senza prenderne.