Cheddira dalla serie D alla sfida con Brozovic

Il capocannoniere della B debutta col suo Marocco contro la Croazia: cresciuto nella Sangiustese, il Bari lo ha pagato 180 mila euro

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di Giulio Mola

Quando lo scorso 10 novembre Walid Cheddira apprese dalla televisione la notizia più bella (sul divano c’era pure l’amico Folorunsho, tutto immortalato in un video che ha fatto il giro del web), ovvero di essere stato inserito dal ct del Marocco Hoalid Regragui nella lista dei convocati per il Qatar l’attuale capocannoniere della serie B (9 gol e 5 assist finora, 13 reti in totale compresa la Coppa Italia) festeggiò come un bambino. Poi qualche ora dopo pianse di gioia nello spogliatoio del San Nicola di Bari. Abbracciato dai compagni e dall’allenatore Mignani che lo avrebbero perso nelle settimane più delicate del campionato.

Fu immensa la felicità per quel ragazzone di 24 anni nato in Italia e cresciuto nel Loreto, nella Sangiustese in Serie D e poi passato in C con Arezzo, Lecco e Mantova prima di arrivare al Bari che in estate lo ha riscattato dal Parma per soli 180mila euro (contratto in scadenza il 30 giugno 2025). Sono bastati i primi cento giorni della stagione a Walino (così lo chiamano affettuosamente i baresi) per conquistare tutti e prendere tutto: la fiducia dei tifosi, la maglia biancorossa, le reti in coppa Italia e in campionato, la prima convocazione del Marocco, il premio di giocatore di B di settembre battendo Ayé del Brescia, Menez della Reggina ed Esposito della Spal, la definitiva chiamata dei ‘Leoni dell’Atlante’, inseriti nel Girone F insieme a Belgio, Canada e Croazia. Oggi il Marocco di Hakimi e Amrabat farà l’esordio proprio contro i vice campioni del Mondo guidati da Brozovic e “l’italiano“ Cheddira non sta nella pelle. Pare certo che per lui si scomoderanno anche i dirigenti dello Sporting Lisbona perché da qualche settimana il bomber è diventato uomo-mercato, attirando le attenzioni non solo di Napoli, Udinese e Samp (in Italia) ma anche di importanti club europei perché il marocchino è uno di quegli attaccanti che non si risparmia mai, un giocatore moderno e di talento che ogni allenatore vorrebbe: feroce nel pressing, sfiancante per le difese avversarie con le sue progressioni e i continui scatti in profondità. E in più, quest’anno, spietato sotto porta. "La convocazione non è frutto del caso - ha raccontato Cheddira prima di volare in Qatar -. Dietro ci sono anni di sacrifici. Perché non ho aspettato una convocazione dall’Italia? Quando il Marocco mi ha chiamato non potevo esitare: ho avvertito grande fiducia e mi sono sentito in dovere di ricambiarla. Subito. Ho accettato, senza nessun tipo di indugio. Il Marocco poi è anche il Paese dei miei genitori e le origini sono più importanti del successo. E ora sto vivendo il sogno dei sogni, non so dove posso arrivare...".