Martedì 30 Aprile 2024

Adriano Panatta: "Momento magico per il tennis italiano, Musetti può crescere"

"Lorenzo è il più estroso e ha ancora margini tecnici, gli azzurri della Davis sono bravi e professionali"

Adriano Panatta, 72 anni, è stato l’ultimo italiano a vincere un grande Slam (Ansa)

Adriano Panatta, 72 anni, è stato l’ultimo italiano a vincere un grande Slam (Ansa)

Prosegue la splendida primavera del tennis italiano. L’ultimo trionfo azzurro in un torneo è stato firmato a Napoli da Lorenzo Musetti. Adriano Panatta, è spontaneo scovare una somiglianza di look e talento proprio con lei...

"Musetti è il più estroso di questo grande gruppo azzurro, non c’è dubbio. Quello con più soluzioni sul campo, anche di Berrettini e Sinner. Ed è molto giovane, può maturare anche dal punto di vista tecnico".

Come si spiega l’esplosione del nostro movimento?

"Non credo ci sia un motivo preciso, mi piace pensare che questo sia il miracolo dello sport, qualcosa che si rinnova negli anni. Ogni tanto succedono cose particolari. Anche tra le donne abbiamo avuto un exploit anni fa, con Schiavone e Pennetta. Forse è l’intuizione di un tecnico, che decide di seguire in un certo modo un giovane talento, a fare accadere tutto dopo qualche anno".

Lei è l’ultimo vincitore italiano di uno Slam dopo Pietrangeli, oltre che della leggendaria Davis del 1976: cosa consiglia ai nostri che possono ambire a questi grandi traguardi?

"Hanno grandi allenatori, non devo certo dare io consigli. Questi ragazzi sono sulla buona strada. Certamente serve anche fortuna, la capacità di esserci al momento giusto. Tutti possono cercare di centrare la grande impresa".

Quale fu il punto di forza dell’Italia che trionfò in Cile?

"C’era una grande collaborazione. Eravamo una squadra forte ma anche molto unita. Fattore decisivo in quel contesto particolare".

La vediamo ancora calcare i campi, giocare coi bambini.

"Il nostro sport ha molto da dire e da offrire, ce lo dicono i risultati ad alto livello al di là dei discorsi critici che si possono fare sulle nuove generazioni. Ma bisogna incrementare la pratica nelle scuole, promuovere l’attività motoria. E non è un lavoro facile, anche a livello culturale".

I nuovi moschettieri azzurri sono tutti ragazzi molto professionali. I vostri tempi erano più scanzonati.

"Sono bravi in tutti i sensi ed è giusto che sia così, il tennis ora è qualcosa di professionale. Quando giocavo io era un mondo diverso".

Si è ritirato Federer: qualcuno lo rimpiazzerà?

"Arriverà qualcuno di molto forte, non c’è dubbio. La storia del tennis ha sempre avuto dei dominatori. Ma uno come Federer non lo puoi proprio sostituire".

Ora il numero uno è Alcaraz.

"Personalmente non mi trasmette quasi nulla a livello tennistico, ma ha due doti indiscutibili: è estremamente forte e continuo. Può vincere tanti Slam".