Mercoledì 24 Aprile 2024

La strada, poi la pista: Viviani campione epico

Elia conclude la prova in linea come migliore degli azzurri (settimo): cinque ore dopo al velodromo conquista il titolo europeo

Angelo Costa

Gigantesco Elia Viviani: si fa in due per dare all’Italia il primo oro agli Europei di ciclismo. Non è un modo di dire: cinque ore dopo esser stato il migliore degli azzurri nella gara su strada, conclusa al settimo posto, l’olimpionico di Rio si presenta al velodromo per correre l’eliminazione, infila la maglia iridata conquistata nello scorso ottobre e centra il primo titolo della spedizione azzurra a Monaco. Un’impresa che, almeno nel ciclismo, non ha precedenti.

E’ IL GIORNO di Viviani, 33 anni, capitano da prendere ad esempio: deluso per il risultato nello sprint su strada, dove è stato chiamato per sostituire l’infortunato Nizzolo, il veronese chiede e ottiene di correre l’eliminazione, dove era previsto Scartezzini. Una veloce doccia, un paio d’ore di riposo e all’ora di cena Viviani scende in pista, con la rabbia per la prova del pomeriggio, con la cattiveria delle occasioni importanti. Si spiega così una gara perfetta, dove dosa le energie per sfogarle nell’ultima sfida, contro il tedesco Reinhardt, conquistando il suo settimo titolo continentale in una carriera dove, nei velodromi, ha vinto tutto. E’ anche la settima medaglia azzurra di questi Europei: al conto si aggiunge il terzo argento, firmato da Silvia Zanardi nella corsa a punti.

QUANTO alla strada, all’Italia del nuovo corso si deve l’interruzione di una felice tradizione: la vittoria agli Europei. Dopo i quattro centri in fila dell’era Cassani, nel giovane albo d’oro entra l’Olanda: lo fa con la sua freccia migliore, il miracolato Fabio Jakobsen, velocista di 25 anni che due estati fa finì in coma ed ebbe l’estrema unzione in Polonia dopo esser stato buttato oltre le transenne dal connazionale Groenewegen in volata. Vince da favorito, dopo essersi presentato in Baviera con undici successi stagionali, compreso il primo sprint del Tour: puntuale lui, perfetta la sua squadra. DI PERFEZIONE non si può certo parlare in casa Italia: dopo una corsa al risparmio, la prima Nazionale del ct Bennati si sfascia nel momento chiave. Sbucato a un chilometro e mezzo dal traguardo, il trenino azzurro, sulla carta il migliore in gara, esiste solo nell’ultima curva, prima che ognuno dei suoi vagoni vada per conto proprio, lasciando al vento le punte Viviani e Dainese. ‘Avevamo i numeri giusti, ma li abbiamo sfruttati un po’ male’, l’onesta analisi dell’olimpionico di Rio, tra i pochi a evitare di dire che abbiamo corso bene una gara vera soltanto nei chilometri finali. E anche l’unico che, da autentico campione, si prende immediatamente la rivincita. Ordine d’arrivo 7° campionato Europeo: 1) Fabio Jakobsen (Ola) km 208 in 4h 38’49’’ (media 44,739), 2) Demare (Fra) st, 3) Merlier (Bel), 4) Van Poppel (Ola), 7) Viviani, 11) Dainese.