Giovedì 25 Aprile 2024

La scuola Zanardi tinge l’Italia d’argento

Porcellato, Farroni, Mazzone e Cornegliani: quattro secondi posti nel giorno che sarebbe stato di Alex. Pancalli: "Tutto merito suo"

Migration

Angelo Costa

Ciclisti, brava gente. Lo confermano quelli paralimpici, che aprono il loro programma a Tokyo regalando all’Italia quattro argenti e una dedica meno scontata di quanto sembri: loro, Alex Zanardi lo portano davvero nel cuore. Perché è stato il precursore di un’onda vincente, perché anche adesso che sta lottando per un altro tipo di medaglia resta la trave portante di un ambiente arrivato a livelli altissimi seguendo il suo esempio.

"SE IL DESTINO non gli avesse riservato l’ennesima dura prova, oggi sarebbe stato il giorno della sua gara. Lo sanno bene i suoi compagni di squadra che, alla prima occasione, hanno dato vita ad una prova di forza impressionante", il pensiero del presidente del comitato paralimpico azzurro Luca Pancalli, condiviso nei fatti dai quattro atleti saliti sul podio delle crono, Francesca Porcellato, Fabrizio Cornegliani, Luca Mazzone e Giorgio Farroni, nel nome del plurimedagliato ciclista che da un anno sta affrontando una lunga riabilitazione dopo un incidente stradale. "Alex non ha partecipato alla competizione, ma è presente a Tokyo, come fonte d’ispirazione, nella testa di un gruppo che ha qualità tecniche elevatissime e valori profondi", aggiunge Pancalli.

NON E’ UN omaggio dovuto, è piuttosto il sentimento che guida un’intera squadra. Come si è visto alla vigilia della partenza per Tokyo, quando la Nazionale ha voluto recarsi sulla tomba di Mauro Valentini, figlio del ct azzurro Mario e figura importante nel mondo paralimpico come dirigente e organizzatore, scomparso all’inizio di quest’anno. "Un gesto che resta nel cuore e di cui ringrazio ognuno di loro", le parole di Mario Valentini, che salendo sull’aereo per il Giappone non aveva risparmiato un pensiero speciale all’amico Zanardi: "Alex ha fatto più di tutti noi, per il movimento paralimpico e per riconsiderare la disabilità tra le persone. Ha fatto in modo che ci conoscessero. Questi ragazzi, nei prossimi giorni, gareggeranno e daranno il massimo per lui e per Mauro", la previsione del tecnico, rispettata fin dal primo giorno.

PRIMO GIORNO ricco, con la pioggia di medaglie iniziata con Luca Mazzone, handbiker pugliese di 50 anni, fermatosi ad appena 26 centesimi dall’oro nell’H2 per colpa del traffico di atleti più lenti incrociati sul percorso nella fase chiave della gara.

Argento anche per il debuttante Fabrizio Cornegliani, che a 52 anni chiude secondo nell’H1 dopo esser caduto, ‘risultato strappato col sangue e con i denti che dedico a mio papà’, racconta. E d’argento è anche Francesca Porcellato, alla quattordicesima medaglia in undici partecipazioni fra Paralimpiadi estive e invernali: la rossa volante fa meglio rispetto a Rio, "segno evidente che sono come il vino: più invecchio e più miglioro", sorride la plurititolata cinquantenne.

Sorride anche l’ultimo azzurro in gara, Giorgio Farroni, fabrianese di 45 anni: col secondo posto nella categoria T1 riassapora il gusto del podio già provato a Pechino (bronzo) e Londra (argento), ma non a Rio, piazzamento che non lo accontenta del tutto: "Non ho vinto ancora nulla, domani c’è un altra gara", dice. E in questo c’è molto dello spirito di Zanardi.