Giovedì 25 Aprile 2024

La Juve non c’è più, Monza fa festa al Max

I bianconeri affondano, Di Maria si fa espellere al 40’ e nel finale arriva il gol partita di Gytkjaer. Allegri sempre più all’angolo

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di Michael Cuomo

E pensare che la Brianza è, storicamente, terra juventina. C’è uno stadio che festeggia il Monza e più di un settore, invece, che fischia. Sono i posti riservati a chi non vedeva l’ora di vedere la Juventus a due passi da casa, e che si è dovuto "accontentare" di una sconfitta, senza mai dare spettacolo.

"Juve virtuale", in effetti, lo è stata: non sembrava lei, la Vecchia Signora del nostro calcio, perché a Monza è esistita una sola squadra in campo: quella di Palladino, ordinata, coraggiosa, aggressiva. Tutto quello che mancava alla formazione di un Massimiliano Allegri che, da una cabina della tribuna stampa, vedeva i suoi barcollare sotto i colpi biancorossi. Del "teorema Max", poi, non c’è stato nulla: nessun singolo capace di cambiare faccia alla squadra, di dare un colpo al risultato. Per quest’ultimo è servito un Vichingo, così chiamano Christian Gytkjaer da quelle parti: sua la zampata della prima vittoria in A del Monza, che certifica, per i bianconeri, una crisi che sembra non avere fine.

Il primo impatto del pomeriggio brianzolo lo regala la distinta: quella della Juventus è una colonna spoglia, con tanti spazi vuoti. In aggiunta all’undici titolare, quello annunciato alla vigilia con Gatti al posto di Bonucci, le uniche prime scelte in panchina sono Szczesny, Kean, Bonucci e Rugani. Poi Fagioli, e quattro giovani. Se alla mancanza di giocatori, poi, aggiungiamo la mancanza di gioco, la trama horror è fatta. E così la Juve formato reazione, è in realtà quella delle tristi conferme: il centrocampo non partecipa, la difesa va in affanno e dall’altra parte Vlahovic è solo in un deserto di maglie rosse. Così la sofferenza impedisce gli attacchi, e l’assenza di quest’ultimi si trasforma in nervosismo.

A farne le spese è Di Maria, e quindi la Juventus che perde l’uomo capace – l’unico, a detta di Allegri – a cambiare le cose da solo. Izzo ci mette mestiere e piazza la trappola, il Fideo reagisce: l’arbitro vede il gomito e tira fuori il rosso. Quando arriva la prima azione juventina il cronometro è già al minuto 54, e quello di Miretti è un tiro che si spegne sul muro monzese. Dalla tribuna l’allenatore più pagato della serie A non riesce a incidere; il collega in campo, all’esordio assoluto, trova il cambio giusto: fuori Dany Mota, dentro Gytkjaer e 1-0. Mai in discussione. A fine partita Di Maria si scusa, Landucci evita giri di parole, perché "contano i fatti". Sarebbe il tempo, però, almeno di spiegazioni.