Giovedì 25 Aprile 2024

L’Italia del calcio impari da loro

Leo Turrini

Mica lo scopriamo adesso. In fondo, tra noi, lo abbiamo sempre saputo. E, sottovoce, ce lo confessiamo pure.

Di Italia non ce n’è una sola. Ce ne sono sempre due. Siamo un Paese doppio, i cui pregi si specchiano nei difetti.

Sissignore. Siamo orgogliosamente la patria del coraggio umano, imprenditoriale e tecnologico di Luna Rossa. D’accordo, la nostra barca e i nostri marinai non ce l’hanno fatta a conquistare la Coppa America di vela, i neozelandesi erano troppo forti. Ma quanta passione, quanto amore per la competenza, quanti investimenti per la ricerca! Del resto, era una orrida stupidaggine, non l’unica!, quella frase attribuita a Gianni Agnelli: vincere è l’unica cosa che conta. Per carità, questa è alterigia da strapotere, perché invece conta anche come vinci e pure come perdi.

Ancora. Siamo l’Italia di Sofia Goggia, altra eccellenza tricolore. Da ieri di nuovo proprietaria della Coppa del Mondo di discesa: la sciatrice bergamasca era stata sul punto di vedersela scippare, complice il dannato infortunio costatole la partecipazione ai mondiali di Cortina. Alla fine il meteo le ha dato una mano, cancellando l’ultima prova: ma incredibilmente Sofia si era rimessa in piedi, era pronta al cancelletto di partenza con una gamba scricchiolante. In nome di una resistenza non solo agonistica.

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