Giovedì 18 Aprile 2024

Il database e il santone

Doriano Rabotti

Ormai è qualcosa di più di una tendenza, nella nostra serie A: sul mercato il derby è tra i guru e i database. Da una parte i club che si affidano ai santoni, gente che ha i contatti giusti da cui ricevere le soffiate per scovare talenti grezzi su campi spelacchiati in Sudamerica o in Europa dell’est.

Dall’altra ci sono i club che hanno reso lo ’scouting’ una scienza quasi esatta: per chi l’ha visto, il termine di paragone più adatto può essere il bellissimo film di qualche anno fa, ’Moneyball’, con Brad Pitt. Lì c’era il baseball, a cui applicare dati oggettivi elaborati dal computer. Ma il calcio non è così lontano: l’approdo al Genoa del tecnico Blessin e del modello Red Bull, con i giocatori selezionati dapprima in base alle loro statistiche e solo dopo visionati dal vivo, conferma l’intuizione di altri club, come l’Udinese con la sua storica sala video collegata col mondo, o il Bologna che nella squadra guidata da Marco di Vaio ha il ’maestro’ di tutti gli scout Marco Zunino (i suoi libri sono quelli di testo a Coverciano). Ma il Bologna ha anche Riccardo Bigon, come la Salernitana che sta rifacendo la squadra ha Walter Sabatini: più analitico il primo, che comunque cerca sempre un riscontro sulle caratteristiche morali del giocatore, più sanguigno e intuitivo il secondo. E altri modelli che funzionano sono a Sassuolo, a Empoli, al Verona: ognuno ha trovato una sua strada.

Anche questo mercato di gennaio è lì a dimostrarlo.