Italo Cucci
Se qualcuno pensa che il calcio sia casualmente incappato nella vicenda di quel giudice dei giudici (arbitri) che smistava quintali di foraggio per annusatori di narcotici si sbaglia: è la decadenza morale del calcio che ha prodotto lo scandalo più grave del mondo arbitrale. Ed è giusto abbinare la “leggerezza” dei tenutari delle regole del gioco all’inizio del Mondiale più scandaloso di tutti i tempi, e non solo perché in omaggio al Qatar si mina la credibilità di uno dei campionati più belli. Premesso che – prove alla mano – la scelta della Fifa e del suo presidente Infantino non mi è mai piaciuta, trovo nella duplice vicenda un dettaglio sconfortante: così come al vertice arbitrale ci si difende affermando che nessuno sapeva – nè poteva sapere – quel che succedeva a un signore che dagli arresti domiciliari partiva il sabato per “ispezionare” una partita di calcio, è altrettanto vero che ai vertici federali non destò alcuna preoccupazione apprendere che il 2 dicembre del 2010 la Fifa aveva assegnato il Mondiale del 2018 alla Russia e quello del 2022 al Qatar. Lo svolgimento dei fatti ci riporta all’antico canto dei Gufi: "Non c’ero, e se c’ero dormivo". Ricordo che qualche ineffabile dormiente saputa la scelta disse: "Ma chissà che caldo farà, in Qatar, a giugno". E fu soddisfatto quando gli spiegarono che avremmo giocato il primo Mondiale invernale. Spezzando il campionato. Mai successo nella storia.
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