Martedì 30 Aprile 2024

Due giganti al Fiandre, trionfo Van der Poel

L’olandese regala il bis nella Classica già vinta due anni fa: Pogacar fa un super debutto sul pavè ma resta fuori dal podio

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di Angelo Costa

Straordinario Fiandre: a giocarselo sono due giganti, come in un ideale spot per il ciclismo. Straordinario Mathieu Van der Poel: rientrato da protagonista alla Sanremo dopo quasi sei mesi di stop per i guai alla schiena, fa il bis nella classica fiamminga, vinta due anni fa e dove in quattro apparizioni non è mai sceso sotto il quarto posto. Straordinario anche Pogacar, che da debuttante sul pavè disegna la corsa cuocendo le gambe agli avversari sugli ultimi cinque muri, poi la perde dal migliore dei rivali, l’unico in grado di resistergli fino in fondo, e resta pure giù dal podio, a conferma che il ciclismo oltre che bellissimo sa anche essere crudele.

Memorabile più di altri resterà questo Fiandre di Van der Poel, che fino a poche settimane fa nemmeno era sicuro di correrlo, figuriamoci vincerlo. Lo merita con una condotta di gara più lucida di altre volte, resistendo a Pogacar sugli strappi senza cercare altre avventure per risparmiare energie, e lo conquista con uno sprint da crossista, scattando nei duecento metri finali quasi da fermo, un surplace che consente a Van Baarle e Madouas di rientrare e soffiare il podio al bimbo sloveno. "Con quel che ho passato mi sembra tutto incredibile: gara durissima, Pogacar è stato forse il migliore e mi ha portato al limite, per fortuna negli ultimi chilometri sono riuscito a far riposare un po’ le gambe’" dice Vdp dopo il lungo abbraccio con la fidanzata Roxanne sul traguardo. Sembrava un altro giorno da Pogacar, come tutti quelli in cui il fenomeno scopre una classica nuova, e invece è il trionfo di Van der Poel, 27 anni, figlio di Adri che nell’albo d’oro del Fiandre c’è dagli anni Ottanta, e nipote di Polidour al quale lo scorso anno, prima di cominciare il calvario con la caduta ai Giochi, ha dedicato la gioia della maglia gialla al Tour. Un campione vero, forgiato dal cross dove ha vinto quattro titoli iridati fra gli elite, confermatosi poi sulla strada, dove conta un’Amstel, anche questa come papà, e una Strade Bianche, oltre a piazzamenti vari nelle grandi classiche, chiuse nei primi dieci praticamente sempre.

Bel bagaglio, al quale Vdp pur già sofferente ha aggiunto il terzo posto nella Roubaix di Colbrelli, prima di dedicarsi all’inverno: avrebbe voluto concedersi all’amato cross, ma la schiena gli ha consigliato di fermarsi e ricominciare a pedalare soltanto a dolori scomparsi. Percorso che gli ha consentito di ripresentarsi in gran spolvero alla Sanremo, chiusa sul podio, di vincere un paio di corse e di affrontare il Fiandre senza nascondersi (‘Punto al bis’), come fanno i fenomeni, gli unici in grado di battere quelli della loro razza. Ordine d’arrivo

106esimo giro delle Fiandre: 1) Mathieu Van der Poel (Ola, Alpecin) km 273 in 6h 18’30’’ (media 43,197), 2) Van Baarle (Ola), 3) Madouas (Fra), 4) Pogacar (Slo), 5) Kung (Svi) a 2’’, 6) Teuns (Bel) st, 7) Wright (Gbr) a 11’’, 8) Pedersen (Dan) a 48’’, 25) Mozzato a 1’07’’.

Fiandre femminile alla belga Lotte Kopecky sull’olandese Van Vleuten, decima Bastianelli.