Mercoledì 24 Aprile 2024

Disastro Juve, Max: "Ora obiettivo salvezza"

Colpo del Monza, i bianconeri si svegliano troppo tardi dopo un primo tempo imbarazzante. La rabbia di Allegri, oggi le motivazioni del -15

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di Paolo Grilli

Chi si aspettava Pogba ne è uscito doppiamente sconfortato. Paul nemmeno torna in campo. E allo Stadium i protagonisti e conquistatori sono altri. Ciurria, uno che senza lustrini si è fatto le ossa tra Spezia, Sudtirol e Pordenone. Dany Mota, che il bianconero l’ha indossato solo nell’Under 23, senza ulteriori chance al piano di sopra.

Monza vincitore, con un pieno di meriti, come poi all’andata. Berlusconi e Galliani esultano ricordando i vecchi tempi col Diavolo; Juve in ginocchio, scavalcata dalla matricola, piegata da nuovi, improvvisi limiti oltre che da una situazione extra campo che non può non zavorrare l’animo. Subito dopo quella del Milan, la figuraccia della Signora a deludere i propri tifosi. Che, nonostante tutto, avevano regalato un tutto esaurito a invocare una reazione in questo delicatissimo contesto di sabbie mobili per club e squadra.

Ai limiti dell’incomprensibile, certamente oltre quelli del giustificabile, laprestazione nel primo tempo della truppa di Allegri. Già il gol di Caprari annullato per un fuorigioco di millimetri aveva fatto suonare il campanello d’allarme. Poi i due acuti dei succitati protagonisti, con la difesa di casa perforata senza pietà e diventata ormai l’ombra di quella che seppe garantire otto gare di fila senza gol. Dalla gara di Napoli in poi, e compresa la Coppa Italia, sono undici le reti subite in quattro partite. Ma poi, nei primi quarantacinque minuti è mancato anche tutto il resto. Nessuna valida idea dalla mediana in su, e anche il pressing ha latitato nonostante lo svantaggio. Sulle fasce solo affanni, con Kostic e un De Sciglio in difficoltà al rientro.

Allegri ha pescato nella sua inedita abbondanza nella ripresa e qualcosa si è visto. Il 4-2-3-1 (con transizione al 4-4-1-1) imbastito con gli ingressi di Iling, Soulé, Locatelli e Milik ha veicolato maggiori energie e Di Gregorio ha avuto il suo bel daffare. Ma c’ era pure da attendersi un atteggiamento più coperto dei brianzoli. Entra anche Vlahovic, quando ormai la gara sembra troppo in salita: e quello che sarebbe un evento – Dusan non giocava da quattro mesi in campionato, considerando anche il lungo intermezzo dei Mondiali – passa quasi inosservato. Milik poi si rompe e non essendoci più cambi a disposizione, la Signora si trova a lottare in dieci e con l’animo svuotato. Il Monza rifà di nuovo la storia: i sei punti fatti contro la Juve al primo anno di A sono già da incastonare nel cuore della bacheca. La chicca: in mezzo domina Rovella, uno che la Signora ha lasciato andare in prestito non ritenendolo all’altezza. E poi entra anche Ranocchia, come lui bianconero ma solo per il cartellino.

Palladino, da quando ha preso in mano la squadra, sta facendo quasi due punti di media a partita. Come la Juve delle stelle anche se non fosse arrivata la penalizzazione. Allegri guarda l’orizzonte, mai così fosco, e parla di salvezza come obiettivo del momento con la classifica alla mano. Non serviva certo questa debacle alla vigilia della pubblicazione delle motivazioni del -15. Una tappa mai così sentita alla Continassa, se sul campo il rendimento è questo, sperando nel ricorso al Collegio di Garanzia. In Coppa Italia, giovedì, c’è la Lazio. Ennesima occasione di riscatto in questa stagione pazza e sospesa. Ma adesso prevalgono le paure.