Giovedì 25 Aprile 2024

Dazn e la dura sfida di mettere la palla in rete

La piattaforma di streaming incassa la fiducia della Lega, ma fa i conti con una realtà italiana in ritardo: il 39% delle linee è vecchio stile

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di Paolo Franci

La legge di Murphy ha colpito durissimo. Perchè, si sa, se qualcosa può andare storto lo farà. E allora, in uno scenario al vertice della tensione tra i contendenti (Sky e Dazn), della soddisfazione (i club di A) e incertezza (i tifosi), dopo l’assegnazione dei diritti tv della Serie A alla piattaforma streaming per il prossimo triennio, cosa ti va a capitare? Che Dazn salta e addio Inter-Cagliari e Verona-Lazio. Apriti cielo. Oltre all’esercito di tifosi infuriati è partita la storiaccia all’italiana figlia della cultura del sospetto. A maggior ragione quando si è scoperto che la responsabile del botto è Comcast, gruppo che controlla Sky. Comunque, storia vecchia ormai. Quella nuova, di ieri, è nel fatto che Comcast abbia diffuso una nota in cui si dice profondamente dispiaciuta per l’accaduto e cioè un malfunzionamento tecnico che ha causato interruzioni in Europa per quattro dei suoi clienti, tra i quali appunto Dazn.

Ok, il colpevole ha confessato. Dunque, Dazn vittima di un blackout al pari di quei tifosi che non hanno potuto vedere le partita. Che poi è un po’ come quando diluvia e non la vedi su Sky con la parabola e spegni e riaccendi e spegni e riaccendi e poi alla fine, meno male che c’è SkyGo su tablet, telefonino e Mac e Pc. Sì, ma anche questi lavorano con una connessione internet, proprio come Dazn, al centro delle preoccupazioni degli utenti del pallone da quando ha messo le mani sui diritti esclusivi della Serie A.

Sull’accaduto, la Lega di Serie A si dice profondamente dispiaciuta per i tifosi ma, appurata l’origine del problema, l’allarme in via Rosellini è rientrato. L’episodio di domenica ha però accentuato il timore degli utenti per il passaggio dal satellite allo streaming ‘puro’. Dazn e il partner Tim, lo sappiamo, si dicono sicuri di coprire il 99% del territorio che, secondo loro, sarebbe ‘internettizzato’ e Dazn ha assicurato che laddove non c’è connessione, trasmetterà su digitale terrestre. Bene, però la questione va vista anche dall’altra parte della strada, in particolare su due aspetti. Perchè ci si entusiasma così tanto, per Netflix, Amazon Video o Rakuten tv, sia per costi che per offerta e si alza il sopracciglio sul calcio in streaming? Forse perchè la paura di perdersi una partita non è paragonabile a null’altro che sia ristretto in uno schermo. Ci sta.

E c’è un altro aspetto, il più importante. Qual è il livello di performance delle linee internet nel nostro Paese? Perchè è chiaro che per godersi la partita ed evitare il nemico più temuto - e cioè la ‘rotella di Dazn’ - bisogna avere una connessione veloce. Cioè, se a casa internet va come una lumaca con chi te la prendi se non con il tuo fornitore di servizio, l’impianto di casa obsoleto o i fili di rame ridotti uno schifo? I dati dell’Osservatorio sulle comunicazioni di Agcom, tutt’altro che buoni, indicano come, al settembre del 2020, le linee in Italia siano 19,43 milioni con il 39,1% di vecchie Adsl che viaggiano su rame. Poi, il 7,4 per cento è Fwa (Fibra su rete mista radio), il 45,3 Fttc e cioè rete in fibra mista rame: avete presente? La fibra arriva fin sotto casa ma da lì in poi viaggia sui vecchi fili di rame del palazzo. Infine, benvenuti nel futuro: l’8,1% dispone di una connessione Ftth e cioè la Porsche delle linee internet per velocità e performance: la fibra pura. Agcom ha individuato 200 comuni italiani definiti ‘bianchissimi’, cioè senza alcuna connessione, neanche per i cellulari. Grazie all’ingresso di nuovi operatori sul mercato, come Open Fiber ad esempio, si è iniziato a investire su Ftth, la fibra integrale (la Porsche...) ma la strada è lunga, lunghissima. E il pallone non è domani, è oggi.