di Marco Galvani "Difficile dire cosa passa nella mia mente ora, qualcosa di unico che avrei voluto condividere con Fausto (Gresini, ndr) perché era il nostro sogno. Ce l’eravamo detti che saremmo arrivati in MotoGp insieme. Lui ora non c’è più, ma è sempre con noi. Questa vittoria è per lui". Enea Bastianini da Rimini, il ‘Bestia’ come lo conoscono tutti fin dai tempi delle minimoto quando un suo meccanico gli disse ‘tu vinci perché sei una bestia’, consegna all’Italia il triplete sulla Ducati Gresini: Inno di Mameli in Moto3, in Moto2 e in Top class. Non partiva così, il Motomondiale, dalla Malesia del 1996, con le vittorie di Cadalora in 500, Biaggi in 250 e Perugini in 125. Succede di nuovo in Qatar. Ed erano 16 anni che il team Gresini non vinceva una gara nella massima serie, quando all’Estoril Toni Elias regolò Valentino Rossi per 2 millesimi. Ora Enea, l’ex poliziotto ‘congedato’ per un tatuaggio troppo visibile sull’avambraccio sinistro, talento dei tuffi prima di diventare pilota e iridato Moto2 nel 2020, abbraccia tra le lacrime Nadia Gresini, la moglie di Fausto. Che insieme ai figli ha deciso di non mollare il sogno. "E’ stato un weekend di cuore – la confessione di Enea -. Senza pressione, solo una gran voglia di arrivare all’obiettivo". Un tuffo nella felicità. "E’ una grandissima emozione, ho spinto fin dalla partenza ma volevo risparmiare le gomme – ricostruisce –. Quando ho visto Pol (Espargarò, ndr) allungare ho dato il massimo per seguire Binder. Alla fine Pol era vicino e ho capito che era il momento di passarlo. E’ andato largo, ho sfruttato l’occasione. Ci ho creduto fino alla fine". Anche Brad Binder ci ha provato fino in fondo con una Ktm che ha fatto "progressi enormi dall’anno scorso", ma è riuscito ad avvicinarsi di tre ...
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