Giovedì 25 Aprile 2024

Milan-Inter: che bella sfida d’altri tempi

Il campionato è diventato un derby

Simone Inzaghi e Stefano Pioli nel derby del 1 marzo (Ansa)

Simone Inzaghi e Stefano Pioli nel derby del 1 marzo (Ansa)

A forza di derby il campionato di Serie A e diventato un derby, confermando la sua particolare natura di elisir di lunga vita. Milan-Inter imperversano, repetita juvant, le belle cose ripetute piacciono. Il vecchio consunto “meme” s’aggiorna, Nn è più repetita Juventus. La Signora ha già dato. A parte nobili scaramucce del nostro tempo, solo un ritorno al passato può restituire le glorie e le battaglie raccolte sotto l’insegna della Madunina e di San Siro, quasi a voler accogliere l’invito di Desmond Morrison quando parla dello stadio come cattedrale.

Io c’ero, cinquant’anni fa, quando Gianni Rivera e Sandro Mazzola guidavano non solo due squadre ma due partiti; da una parte Oreste del Buono, dall’altra Gianni Brera, e noi nel mezzo a cimentarci con il bello scrivere delle belle storie nate sul verde di San Siro. Cinquant’anni fa mi son fatto anche quel torneo dei sette punti fregati dai bauscia ai caciavid e d’allora - senza tregua -,imploro il ritorno alle 16 squadre, il “modulo” che ci fece primi nel mondo.

Ma onore ai contemporanei, agli Onorevoli Signori che governano i due club, a Pioli e Inzaghi che rappresentano al meglio la residua italianità del calcio (mentre sembra appassire lo Spallettone con tutti i suoi dubbi, fatica ad imporsi lo Specialone con tutti i suoi sospetti, prende spazio e attenzione il calcio all’Italiano e chissà che un giorno non diventi competitivo ad alto livello…).

Onore soprattutto ai giocatori che tornano a occupare l’Olimpo della Pedata: vedo Ibra, Leao, Giroud, Tonali, Rebic, Saelemaekers. Vedo il vecchio “Handa” cresciuto a Rimini come Giorgio Ghezzi, l’immenso Brozovic, il prezioso Perisic, il Toro Lautaro che i gol li suona, e Barella, Barella, Barella…L’ultima volta che ho parlato con Massimo Moratti, alla vigilia del Liverpool, mi ha detto «Peccato non ci sia Barella…», amareggiato come se gli fosse mancato Eto’o. Ecco, Moratti. Un altro - forse il Migliore - per farsi raccontare la bellezza del Derby ‘21-’22.