Mercoledì 24 Aprile 2024

Mondiale ogni due anni, la Uefa ribadisce il proprio "no"

"Delusi dalla metodologia adottata dalla Fifa: sono stati pubblicizzati dei progetti di riforma senza prima un confronto", scrive in una nota l'organo guidato da Ceferin

Aleksander Ceferin

Aleksander Ceferin

Milano, 22 settembre 2021 - Sul tema del Mondiale ogni due anni e non più ogni quattro è scontro fra la Fifa, che sostiene l'ipotesi del cambio di format nell'ottica di una generale riorganizzazione dei calendari internazionali, e la Uefa, che si dice contraria. Dopo quanto affermato dal presidente Aleksander Ceferin nei giorni scorsi, il massimo organo del calcio europeo ha ribadito la propria posizione in una nota. "A maggio scorso il Congresso della Fifa ha incaricato l'amministrazione di condurre uno studio sulla fattibilità di un Mondiale ogni due anni. In attesa di conoscere nel dettaglio i risultati dello studio, la Uefa prende atto del fatto che la Fifa ha presentato la proposta che prevede il raddoppio delle fasi finali della Coppa del Mondo a partire dal 2028, nonché la finale della Confederations Cup a partire dal 2025, unitamente a una massiccia ristrutturazione delle date riservate dal Calendario Internazionale alle partite regolarmente disputate da tutte le 211 federazioni affiliate alla Fifa. Siamo grati per l'attenzione riservata all'Europeo, con la proposta doppia frequenza del suo evento finale, ma preferiamo affrontare una questione così delicata con un approccio globale piuttosto che speculativo. La Uefa - continua il comunicato - è delusa dalla metodologia adottata, che finora ha portato a comunicare e promuovere apertamente progetti di riforma radicale prima di aver avuto, insieme ad altri stakeholder, la possibilità di partecipare a qualsiasi riunione di consultazione". 

Le perplessità della Uefa

Riunione che l'organo guidato da Ceferin afferma di aver chiesto, senza per ora aver avuto risposta dalla Fifa. Sui grattacapi legati al Mondiale ogni due anni, la Uefa aggiunge: "Ci sono pericoli reali associati a questo piano: - La diluizione del valore dell'evento calcistico numero uno mondiale, la cui ricorrenza quadriennale gli conferisce l'importanza con cui sono cresciute generazioni di tifosi; - Il deterioramento delle opportunità sportive per le nazionali più deboli sostituendo le partite regolari con le fasi finali; - Il rischio per la sostenibilità dei giocatori, costretti a cimentarsi ogni anno in competizioni estive ad alta intensità invece di pause di recupero più lunghe ad anni alterni; - Il rischio per il futuro dei tornei femminili, privati di slot esclusivi e messi in ombra dalla vicinanza dei top eventi maschili". 

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