Mercoledì 24 Aprile 2024

Chievo, procura Figc chiede -15 punti: così è retrocessione. "-2 al Parma"

A forte rischio per entrambe le squadre la prossima stagione in serie A, con Palermo e Crotone alla finestra e pronte a subentrare

Il calciatore del Parma Emanuele Calaiò al suo arrivo in Tribunale (Ansa)

Il calciatore del Parma Emanuele Calaiò al suo arrivo in Tribunale (Ansa)

Roma, 17 luglio 2018 - Sono vicini i verdetti per Parma e Chievo, sotto processo al Tribunale Federale Nazionale della Figc a Roma. Il club veneto rischia la retrocessione in B, mentre i gialloblù la mancata promozione in A: Palermo e Crotone sono alla finestra pronte a subentrare.

CHIEVO - Nella fattispecie, per il Chievo - coinvolto con il Cesena nel procedimento per presunte plusvalenze fittizie (25 milioni di euro, stando all'accusa), generate da scambi di giocatori - la richiesta della procura Figc è di 15 punti di penalizzazione da scontare nella stagione 2017-18. Se venisse accolta, la squadra veneta dovrebbe salutare la massima serie. I veneti infatti hanno chiuso lo scorso campionato con 5 punti di vantaggio sull'ultima delle retrocesse, il Crotone. 

PARMA CALCIO - Per il Parma la procura della Federcalcio chiede 2 punti di penalizzazione da scontare sempre sulla stagione passata. La società - accusata di tentato illecito, per la vicenda dei messaggi whatsapp di Emanuele Calaiò ai giocatori dello Spezia - potrebbe quindi non salire in A. Il viceprocuratore Gioachino Tornatore ha chiesto in subordine 6 punti di penalizzazione, se la Corte decidesse di applicare la sanzione per il prossimo campionato 2018-2019. Le sentenze potrebbero arrivare già oggi. 

CHIESTA LA SQUALIFICA PER CALAIO' - Inoltre la Procura ha chiesto una squalifica di 4 anni per Emanuele Calaiò: i suoi messaggi whatsapp a due giocatori dello Spezia dimostrerebbero, secondo la procura Figc, la volontà di 'ammorbidire' l'avversario in una sfida decisiva per la promozione del Parma.

L'avvocato difensore di Calaiò, Paolo Rodella, ha chiesto il proscioglimento del suo assistito o, nella peggiore delle ipotesi, la derubricazione da articolo 7 (illecito) ad articolo 1 del codice di giustizia sportiva (lealtà e probità) insistendo sul fatto che se i messaggi di Calaiò - pieni di faccine della risata e dell'affetto e quindi scherzosi - sono illeciti, allora tutto il calcio è illecito perché tutti icalciatori scherzano prima delle partite.

Da parte sua anche l'avvocato del Parma Eduardo Chiacchio preme sul tasto dei messaggi, sottolineando come i calciatori del La Spezia non abbiano assolutamente percepito il profilo di llecito, tanto è vero che lo Spezia non fa una "denuncia" alla Procura ma scrive nel documento "comunicazione" . Poi, si chiede Chiacchio: "perché la procura ci ha messo 21 giorni ad aprire l'indagine, quando ad esempio per il caso Bari si è esaurito in 15 giorni con due gradi di giudizio? il motivo è che neanche in Procura era emersa la rilevanza del presunto illecito".Chiacchio evidenzia alcuni precedenti di sentenze sportive in cui per responsabilità oggettiva, ai club è stata comminata al massimo un'ammenda pecuniaria. 

Il vice procuratore Tornatore replica così alla difesa di Calaiò: "L'avvocato Rodella sostiene che se quel tipo di messaggi sono sanzionabili, allora chiudiamo tutto, Procura compresa e andiamo a casa... Io dico che se non venissero sanzionati, si aprirebbe un vulnus enorme, ogni calciatore potrebbe scriverne lanciando l'esca di accordi o altro e, se va bene, bene, se va male non si correrebbe alcun rischio di provvedimento sanzionatorio. Pensate cosa accadrebbe se la percezione fosse questa...".

Poi Tornatore risponde a Chiacchio: "La valenza arriva dalla interpretazione oggettiva della fattispecie e non dalla percezione, o meno, dei giocatori del La Spezia. Il presunto ritardo sull'apertura dell'indagine? L'avvocato Chiacchio e questa Corte sanno che in procura arrivano centinaia di fascicoli al giorno...".

Il Palermo intanto è stato ammesso come parte interessata al procedimento sportivo davanti al Tribunale federale nazionale della Federcalcio sui fatti legati a Spezia-Parma, ultima giornata dello scorso campionato di Serie B. Il tribunale federale, presieduto da Mario Antonio Scino, ha accolto l'istanza della società siciliana in quanto, qualora il Parma dovesse essere penalizzato, "portatrice di un interesse diretto per la posizione di classifica e per aver disputato la finale di playoff". Il tribunale ha invece ritenuto inammissibile l'istanza di ammissione presentata dal Venezia.