Martedì 30 Aprile 2024

Messi e Mbappé, chi vince entra nella leggenda

L’argentino può uscire dall’ombra di Maradona, il francese continua ad inseguire il mito di Pelé: il mondiale si affida alle sue stelle

C’è il senso dei mondi e delle epoche che cambiano, c’è il filo diretto che unisce le stelle del passato a quelle di oggi, c’è una coppa da portare a casa (non quella definitiva, la regola dei tre successi come per la Rimet non vale più, altrimenti la coppa Fifa sarebbe a casa dei tedeschi). C’è uno scontro di tradizioni calcistiche e soprattutto ci sono loro, Messi e Mbappè, costretti dalla propria grandezza a giocare una partita doppia, contro gli avversari e contro gli unici due campioni capaci di far loro ombra, dal passato.

Argentina-Francia, guida alla finalissima dei Mondiali 2022

Leo Messi e Kylian Mbappé (Ansa)
Leo Messi e Kylian Mbappé (Ansa)

Leo sulle orme di Diego Maradona, per raggiungere il quale deve riportare il trofeo in Argentina. Mbappé (nella foto) non ha francesi grandi come lui con cui confrontarsi, perché Zidane l’ha già preso, quindi l’unico termine di paragone vista la giovane età è quel Pelé che a 17 anni vinse il primo mondiale e a 21 il secondo. Kylian non può superarlo neanche alzando oggi la coppa ma insomma, avere due mondiali in bacheca quando non hai ancora compiuto 24 anni è comunque tantissima roba. E anche la distanza tra le potenziali doppiette è un segno del tempo che passa: Mbappè può bissare il titolo vinto quattro anni fa in Russia, impresa che riuscì solo al Brasile di Pelé appunto, mentre Messi potrebbe chiudere per l’Albiceleste la traversata del deserto iniziata nel 1986, quando la ‘mano de Dios’ in Messico regalò all’Argentina il secondo titolo dopo quello fatto in casa del ‘78.

Anche per questo, anche perché l’attesa è stata lunghissima per il suo popolo, il Messi che oggi ballerà presumibilmente il suo ultimo tango mondiale è un uomo maturo con corpo e anima pieni delle cicatrici dell’esperienza, non corre come una volta, ma è forse nel momento migliore sul piano mentale per abbattere il suo personale totem e tabù.

Anche per questo, perché la Francia è arrivata quasi per ultima al tavolo delle grandi, ma potrebbe completare il tris in soli 24 anni, il suo velocissimo condottiero incarna perfettamente la fretta di salire le scale dell’Olimpo calcistico.

In realtà il vero Napoleone dei galletti si chiama Didier Deschamps, l’unico che può fare centro per la terza volta con la divisa dei Bleus, era in campo nel 1998 e in panchina nel 2018. A quanto pare l’influenza che aveva messo a rischio mezza difesa sembra un ricordo, per una finale mondiale ci si può anche sforzare di ignorarla. E come ha fatto quattro anni fa, anche stavolta Deschamps può vincere senza aver bisogno di Benzema, l’unico che per certi versi poteva contendere le copertine ai due fenomeni.