Roma, 18 aprile 2023 - Il Napoli che si avvia a festeggiare a giorni lo scudetto matematico non è un caso isolato in una Italia che finalmente ritrova ai massimi livelli molte delle sue piazze storiche. Sarà un caso, ma probabilmente non lo è, però il ritorno del grande pubblico sugli spalti, l’effetto sold out su squadre e città, coincidono con una grande rivincita che unisce la Sicilia e la Ciociaria, la Puglia e la Campania, la Calabria e la stessa Roma. Il Centro-Sud Italia è sempre stato sinonimo di passione, identità, sacrificio, creatività, partecipazione e festa popolare: il calcio lo sta a pieno titolo ritrovando ed è un valore importante per tutto il paese. Calcio e identità sono due concetti che si sposano perfettamente: il Torino è la squadra della grinta e della determinazione, la Juventus del risultato ad ogni costo, il Milan del calcio champagne alla Sacchi e Berlusconi, il Napoli del talento, dell’imprevedibilità e del genio calcistico e così via. Città, squadra e tifosi sanno costruire storie pazzesche quando gli astri si allineano su un modo comune di pensare.
Se dunque il Napoli è ad un passo dalla conquista di uno scudetto che manca dal 1990, Lazio e Roma si avviano probabilmente a festeggiare a braccetto la qualificazione per la Champions League, risultato questo di una programmazione più a lungo raggio rispetto alla media della serie A e della scelta di affidarsi a tecnici in grado di guidare non solo una squadra, ma anche una città, un pensiero, una filosofia calcistica e non solo. Mourinho sul fronte giallorosso, Sarri su quello biancazzurro hanno unito una squadra e una tifoseria, hanno condiviso non solo una sfida sportiva ma un’idea sociale, un’orizzonte di calcio e filosofia in cui gli stadi si riempiono anche a prescidenre dai risultati perchè c’è un’idea comune, un progetto condiviso.
Se Roma invade la Champions, la regione Lazio invade la serie A, visto che il Frosinone si prepara a celebrare trionfalmente il suo ritorno nella massima serie, grazie a uno che di trionfi ne ha collezionati a tutti i livelli, anche mondiali: Fabio Grosso. Il viaggio dalla B alla A accomuna molte nobili del nostro calcio: dal Bari che sogna con Cheddira il ritorno storico nella massima serie, al Cagliari risvegliato da Ranieri, dal Palermo del super bomber Brunori fino alla Reggina, che prima della penalizzazione era subito alle spalle delle big del campionato cadetto.
Il viaggio nel Centro Sud si sposta a Catanzaro, dove dopo 17 anni l’ex squadra di Massimo Palanca ritrova la serie B: un risultato che sfuggì per un soffio l’anno scorso quando fu il Padova a sbarrare la strada ai calabresi, ma che ora arriva con un margine ampio di anticipo, a spese tra l’altro di un’altra calabresi in rampa d’ascesa, il Crotone. Catanzaro è esplosa di gioia il giorno della grande festa: a seguire la squadra c’erano diecimila tifosi e la gara contro i cilentani del Gelbison si è dovuta giocare all’Arechi anzichè allo stadio di Agropoli appunto per l’afflusso massiccio di tifosi ospiti. Catanzaro riporta alla memoria immagini bellissime del calcio anni ’80: quando proprio in Calabria si decise tra l’altro lo scudetto…
Scendendo di un gradino, a festeggiare il ritorno in serie C è niente meno che il Catania: ma qui la terza serie sembra essere davvero soltanto un momento di passaggio per il club rilanciato dall’imprenditore australiano Rosario Pelligra che con Ciccio Lodi in panchina (38 anni, ha giocato a Empoli, Udine e Parma) ha vinto il campionato con largo anticipo festeggiando la storica promozione. Catania è una delle piazze più importanti del calcio italiano: in serie C il prossimo anno sicuramente partirà con i favori del promostico per passare subito tra i cadetti.