Roma, 6 giugno 2022 - "La notte della vittoria Sandro Pertini ci incontrò e ci disse: voi non vi rendete conto di quello che avete fatto per il nostro Paese, per l’Italia. Beh, il Presidente della Repubblica aveva proprio ragione…". In che senso? "Nel senso che noi non capivamo! Ci sono voluti anni, anzi, decenni, perché cogliessimo il significato ideale, simbolico di quella impresa". Claudio Gentile è l’uomo che rese possibile il Miracolo Azzurro del Mundial 1982 e stiamo per entrare nei 40 anni da quel trionfo. Fu lui ad annullare sul campo prima Maradona e poi Zico, nelle mitiche partite contro l’Argentina e il Brasile. "Per me allora era solo calcio – sospira l’ex difensore – Invece c’era molto, molto di più". Oggi ci sono storici che affermano che il vostro trionfo segnò la fine degli Anni di Piombo . "Voglio essere sincero: eravamo tutti giovani, a parte Zoff che andava per i quaranta. Tra noi non parlavamo mai di politica. Ci interessava il pallone e stop". Invece… "Invece intorno a noi c’era un sentimento popolare che andava oltre l’elemento agonistico. Lo abbiamo compreso più tardi, maturando ed invecchiando". Chi c’era, nel 1982, non vi ha mai dimenticato. "Ricordo ancora il lunedì del rientro in Italia, con l’aereo di Pertini. Eravamo euforici e tra noi ci dicevamo: ci saranno mille persone ad aspettarci a Fiumicino, sarà bello". Solo che non erano migliaia, ma milioni. "Esatto. Fu una cosa incredibile. Dall’aeroporto al Quirinale, dove eravamo attesi a pranzo, c’era un mare di gente. Una roba da fuori di testa. E a quel punto mi telefonò Gianni Agnelli". Cosa c’entra l’Avvocato, adesso? "C’entra, c’entra. Io giocavo nella Juve. Chiama Agnelli e mi fa: Gentile, ci sono i Rolling Stones che la aspettano a Torino, la vogliono sul palco per il loro ...
© Riproduzione riservata