Martedì 30 Aprile 2024

Juventus, Chiellini: "Ho ancora qualcosa da dare in campo. Poi farò il dirigente"

Le parole del difensore bianconero fra passato e futuro: "Insieme a Barzagli, Bonucci e Buffon abbiamo scritto la storia della Juve e della Nazionale. Ecco in cosa sono migliorato negli anni"

Un cambio fra Bonucci e Chiellini

Un cambio fra Bonucci e Chiellini

Torino, 9 maggio 2020 - "Mi piacerebbe intraprendere una carriera da dirigente. Dovrò capire quali saranno le mie qualità migliori e i miei difetti nell'ambito lavorativo. Però mi vedo più in quel ruolo che non magari come allenatore". Giorgio Chiellini sembra avere le idee chiare in merito al proprio futuro, una volta appese le scarpetta al chiodo. Ma quel giorno non è ancora così vicino, almeno ascoltando le parole a Sky Sport del difensore e capitano della Juventus. "Voglio godermi questi ultimi anni, poi non so se saranno uno o due. Ma penso di avere ancora qualcosa da dare in campo", il pensiero del numero 3 bianconero. 

Che presto firmerà il rinnovo di contratto con il club piemontese (l'attuale accordo scade il prossimo 30 giugno): dovrebbe trattarsi di un biennale, che permetterà al classe '84 di allungherà ulteriormente la propria straordinaria avventura all'ombra della Mole. "E' un percorso lungo e di cui sono orgoglioso. Il rapporto con Barzagli, Bonucci e Buffon? Ormai stiamo abbandonando per limiti di età - sorride Chiellini - Però abbiamo fatto la storia della Juventus e anche della Nazionale. La cosa bella è che riuscivamo ad essere più forti della somma dei nostri valori. Si è creata un'amalgama di caratteristiche fisiche e tecniche, e di empatia che ci ha permesso di alzare il nostro livello. Poi avere dietro quel mostro sacro di Gigi ci ha aiutato tanto". 

Parlando ancora del passato, Chiellini spiega quanto e come sia cambiato il suo modo di giocare. "Ero un calciatore con una grande esuberanza fisica, ma che sprecava tanto, specie in corse inutili. Quindi tutto questo sprecare inevitabilmente mi toglieva energia e lucidità dove serviva. Con il trascorrere degli anni ho imparato a giocare a calcio, a gestire le energie e a essere più lucido. Questo miglioramento che c'è stato, è stato soprattutto di testa. Poi con il lavoro quotidiano i piedi migliorano, non sarò mai Bonucci però la tecnica la migliori. La cosa importante è vedere prima le giocate. Ecco, questo è un aspetto su cui ho lavorato tanto".