Roma, 10 aprile 2023 - Filippo Ganna e alle sue spalle, purtroppo, poco o nulla: al momento il desolante stato del ciclismo maschile italiano è fotografato da un pensiero condiviso anche da Daniele Bennati, intercettato in mattinata dai microfoni di Radio Anch'io Sport, programma in onda su Rai Radio 1.
Ganna e le Classiche: un matrimonio che si farà
Il ct della Nazionale si è agganciato alla stretta attualità e in particolare al buon sesto posto raccolto dal piemontese nella Parigi-Roubaix 2023, dominata e vinta da Mathieu Van Der Poel. "Un corridore come Filippo non deve assolutamente snaturarsi: anche ieri, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, ha dimostrato che ha tutte le carte in regola per vincere prima o poi una Classica". Un'altra prova di questa teoria molto gettonata era arrivata all'inizio della stagione, quando Ganna si piazzò al secondo posto nella Milano-Sanremo 2023. Il vincitore di quel giorno? Ancora una volta uno strepitoso Van Der Poel, il dominatore assoluto della primavera se si considera anche l'ottimo secondo posto ottenuto al Giro delle Fiandre 2023 dietro un altro fuoriclasse del calibro di Tadej Pogacar. L'unico neo di questa fantastica generazione di fenomeni che sta ridando smalto e linfa al mondo del ciclismo è che, a parte Ganna, a sua volta devastante nei rispettivi ambiti di competenza, manca un nome italiano di spicco per poter far sognare una nazione intera che teme di dover restare a bocca asciutta per molti anni. "Non stiamo attraversando un periodo roseo se si pensa a come siamo messi per i Mondiali e per le corse a tappe: in quanto a talenti, emergenti e non, gli altri hanno più risorse. La speranza è che nel prossimo futuro - conclude Bennati - l'Italia possa tornare competitiva in tal senso così come lo era stata nel recente passato".
Le criticità del sistema
Tutti, appassionati e addetti ai lavori, si aggiungono all'auspicio del ct della Nazionale che, seppur in maniera molto diplomatica, fa la conta dei 'danni' di un movimento che sta attraversando una fase di profonda crisi. La speranza è che si tratti 'solo' di un periodo - più o meno lungo - di ricambio generazionale, ma le criticità del sistema sembrano essere diverse e tutte piuttosto serie. Si comincia dalla mancanza di squadre italiane World Tour, con i talenti azzurri costretti a militare in formazioni minori oppure a essere sempre e solo al servizio dei nomi più altisonanti. Si passa agli scarsi investimenti dietro i movimenti giovanili, che negli ultimi anni hanno funzionato a singhiozzo e non solo per la presenza della pandemia: a parlare è anche un Giro d'Italia Under-23 a dir poco tribolato. Si arriva infine ai talenti in erba: gran parte delle speranze era riposta in Antonio Tiberi, che aveva aperto alla grande la sua stagione (per lui un ottimo ottavo posto nella classifica generale del Tour Down Under 2023) prima di scivolare su un increscioso fatto di cronaca nera destinato a segnare inesorabilmente la sua intera carriera.
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