Venerdì 26 Aprile 2024

Tour de France 2019, le pagelle della tappa 4. Viviani perfetto

Il veneto sfrutta lo straordinario lavoro di squadra in uno sprint dove i cellulari che sporgono dalle transenne sono un pericolo. Nizzolo premio regolarità

Elia Viviani (LaPresse)

Elia Viviani (LaPresse)

Nancy, 9 luglio 2019 - Elia Viviani ha vinto allo sprint la quarta tappa del Tour de France 2019. Una volata imperiosa, quella dell'azzurro, che si è imposto su Alexander Kristoff e Caleb Ewan. Ecco i voti di Angelo Costa 10 a Viviani. Dimostra che un grande velocista difficilmente sbaglia due volate in fila. Vero che la squadra gli serve lo sprint perfetto, ma stavolta è bravissimo nel scegliere traiettorie e tempi di esecuzione. Ha talmente voglia di rifarsi dopo Bruxelles da far le prove generali strada facendo su un traguardo intermedio. Tappa al Tour dopo quelle a Giro e Vuelta: giù il cappello. 8 a Kristoff. Non sbaglia nulla, ha solo la sfortuna di incrociare Viviani e una squadra come la Deceuninck dove persino la maglia gialla Alaphilippe, invece di farsi gli affaracci suoi, si mette al servizio del nostro velocista. Muovendosi da solo, il norvegese prova a giocare d’astuzia, anticipando i tempi da consumato artista del settore qual è: contro Viviani, stavolta, non funziona. 7 a Nizzolo. E’ ancora lì, in scia al Gotha della velocità, muovendosi bene, imparando in fretta l’arte da chi, di volate e soprattutto di Tour, ne ha vissuti molti più di lui. Non fa certo difetto la costanza a questo ragazzo che in carriera conta già un titolo italiano ed è ripartito da mille guai fisici: a forza di restare lì davanti, prima o poi il pertugio giusto lo indovina. 5 a Sagan. Bruciato da Teunissen in avvio a Bruxelles, anticipato da Alaphilippe sulle cote dello champagne, ecco il terzo indizio che fa prova: non è il Sagan degli altri anni, quello che spaventava tutti in volata e nelle tappe più nervose. E’ sempre a un tiro dal successo, ma quel colpo non gli parte mai: come in primavera, sembra mancargli il centesimo per arrivare all’euro. 4 a Teunissen. Dopo il successo a Bruxelles e due giorni in giallo, torna nei panni dell’apripista di Groenewegen, il compito per il quale la squadra l’ha portato in Francia. Ma se dopo aver tirato la volata al compagno gli resta in scia, qualcosa non funziona: o ha fatto male il suo lavoro, oppure ha pensato a se stesso. Non si scappa: o la volata si tira o si fa. 2 al Tour. A minacciare un’organizzazione stellare, dove tutto è disegnato perfettamente e funziona in modo esemplare, è ancora l’indisciplina del pubblico, noto per aver buttato in terra Nibali un anno fa sull’Alpe d’Huez, costringendolo al ritiro. Stavolta la minaccia sono i cellulari che sporgono dalle transenne, sfiorando il gruppo lanciato: che la corsa di livello più alto abbia bisogno di barriere più alte?