Martedì 30 Aprile 2024

Cantina Cavicchioli. Novità e tradizione: "Lambrusco di Sorbara, un’icona di qualità"

Benini racconta le eccellenze del brand rilevato da Cantine Riunite & Civ: "Dal Rosé del Cristo agli spumanti, fino ai prodotti speciali e serigrafati". La vecchia casa oggi è diventata un ristorante con enoteca.

Cantina Cavicchioli. Novità e tradizione: "Lambrusco di Sorbara, un’icona di qualità"

Cantina Cavicchioli. Novità e tradizione: "Lambrusco di Sorbara, un’icona di qualità"

Cantina Cavicchioli esemplifica il connubio tra gusto e territorio che Cantine Riunite & Civ porta avanti. Un brand rilevato ormai nel 2010, ma che rientra nel portafoglio prodotti del gruppo da un anno, capace di ergersi a "sinonimo di Lambrusco di qualità", come spiega Francesca Benini, direttrice Sales & Marketing di Cantine Riunite & Civ, con un focus particolare su quello di Sorbara. Benini racconta le principali novità, i prodotti, ma soprattutto anche la partecipazione del marchio all’edizione annuale di Vinitaly.

Benini, ci dica di più.

"La cantina nasce nel 1928 nella località di Cristo, a Sorbara (Modena, ndr) e i prodotti più importanti arrivano da qui, dalla nostra vigna. L’icona della cantina è il Lambrusco di Sorbara, nato nel 1987 in occasione dei 60 anni del marchio".

Un prodotto che fa la differenza?

"Si è trattato di una totale innovazione, perché il concetto di cru viene applicato ai territori del Lambrusco di Sorbara. Parliamo di un vino che, per 15 anni consecutivi, ha ottenuto il riconoscimento dei ‘Tre bicchieri’ del Gambero Rosso".

Ci racconta anche degli altri prodotti che caratterizzano il vostro territorio?

"Nel 2000 abbiamo dato vita al primo Metodo classico con uve di Sorbara. Così è nato il nostro Rosé del Cristo, che mette insieme il metodo del tipico Champagne francese con un prodotto popolare, come il Lambrusco".

Un’idea vincente?

"Questi vini, da sempre, rappresentano l’unicità della nostra cantina. Come Cantine Riunite, da quando abbiamo preso in gestione il brand, abbiamo cercato di sottolineare sempre le caratteristiche del territorio modenese, che porta con sé un pacchetto di valori ricco, dalla cucina alla capacità di innovazione".

Che azioni avete messo in campo?

"Abbiamo ampliato un po’ il portafoglio prodotti, lanciando in occasione della fiera Horeca, a febbraio, un nuovo Metodo classico che prende il nome di ‘Lo Scarlatto di Umberto’".

Di che vino parliamo?

"L’essenza profonda del Lambrusco di Sorbara, l’eleganza del Metodo classico e la qualità enologica di Cantine Cavicchioli, qui trovano perfetta sintesi. Parliamo di uno spumante che vuole essere un omaggio al territorio e al suo terroir, così come al fondatore della cantina, unendo tradizione e innovazione, semplicità e alta enologia, per sorprendere i palati più esperti e gli amanti del Lambrusco di Sorbara Doc".

Poi?

"In un momento in cui le bollicine sono particolarmente di tendenza, abbiamo inserito due nuovi spumanti".

Quali?

"Innanzitutto prendono il nome dell’Antica foresteria: la vecchia casa Cavicchioli, oggi trasformata in ristorante".

Che caratteristiche hanno?

"Uno a base Lambrusco di Sorbara, l’altro Blanc des Blancs a base Pignoletto. Le ultime novità, invece, riguardano il Metodo ancestrale, una tecnica di vinificazione che si usava nelle nostre campagne prima del Metodo Martinotti. E, non da ultimo, la linea 1928 e la linea Fantasia serigrafata, con cui completiamo i prodotti dedicati alla ristorazione per Umberto Cavicchioli".

Il Vinitaly che occasione è?

"Importante per presentare la gamma completa, oltre che il restyling dei prodotti".