Giovedì 18 Aprile 2024

Baldini, Bartali, Magni: qui sbocciano i big

Emilia Romagna e Toscana hanno una tradizione di qualità garantita: sono il trampolino di lancio per i successi di grandi campioni

Baldini, Bartali, Magni: qui sbocciano i big

Baldini, Bartali, Magni: qui sbocciano i big

Una tappa tutta in Emilia Romagna, un’altra che da qui si allungherà in Toscana. Al Giro la storia recente conferma di avere un rapporto dispari sui due versanti dell’Appennino: fra partenze e arrivi, nell’ultimo decennio l’Emilia Romagna è stata visitata dalla corsa rosa 35 volte, la Toscana appena 12. Facile la spiegazione: il governo regionale di Bologna ha avuto verso il ciclismo un’attenzione superiore rispetto al resto del Paese, ritenendo la bici, e il Giro in particolare, il veicolo ideale per promuovere il turismo. Filosofia che ha spinto la terra emiliana a inseguire un sogno chiamato Tour, che diventerà realtà nel 2024 a braccetto con Firenze. Tappa 9, Savignano sul Rubicone-Cesena. La crono che può segnare il Giro scopre una partenza inedita, laddove Cesare attraversò il Rubicone per entrare in Italia. Qui il Giro è tratto per la prima volta, con una tappa che si concluderà a Cesena, nel villaggio della Technogym, eccellenza del wellness. Nella città romagnola la corsa rosa approda per la quarta volta: la prima nel 1946, con la semitappa partita da Bologna vinta da Olimpio Bizzi sul forlivese Servadei nell’edizione vinta da Gino Bartali. Mezzo secolo dopo gli altri arrivi: nel 2004 la tappa partita da Porto Sant’Elpidio vinta da Emanuele Sella nel Giro firmato Cunego, nel 2008 la frazione scattata da Urbania siglata da Alessandro Bertolini su Lastras e Baliani nell’edizione vinta da Alberto Contador.

Tappa 10 Scandiano-Viareggio. Nella città del Boiardo e dell’ex presidente del consiglio Prodi il Giro non ha mai fatto tappa: vi partirà dopo aver trascorso la prima giornata di riposo. Ben altra storia ha la corsa con Viareggio, dove si arriverà transitando dal passo delle Radici: qui precedenti sono addirittura sette. Il primo nel 1935, con la crono Lucca-Viareggio: vittoria del francese Archambaud su Olmo e Guerra, in rosa Vasco Bergamaschi che vincerà quel Giro. A seguire, nel 1937, la Genova-Viareggio vinta da Bizzi su Bini, entrambi toscani come Gino Bartali che firmerà quell’edizione. Nel 1948 la Parma-Viareggio, vinta da Luigi Casola su Bevilacqua, poi retrocesso, e Magni, vincitore di quel Giro.

Nel 1955 la Genova-Viareggio, con lo sprint di Giovanni Corrieri su Magni e Albani: nell’albo d’oro ancora Magni. Nel 1958 la Viareggio-Forte dei Marmi-Viareggio vinta da Baldini, che si aggiudicherà quell’edizione. Nel 1966 la Genova-Viareggio che il veneto Giovanni Knapp si aggiudicò su Poggiali, vittoria finale di Gianni Motta. Infine, nel 1982, la Parma-Viareggio conquistata da Beppe Saronni: a firmare quel Giro sarà Bernard Hinault.

Angelo Costa