Sabato 4 Maggio 2024

Samantha Cristoforetti: la capitana delle stelle in missione mamma

Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti

“Nello spazio ho fatto anche il meccanico. Spero che le bimbe di oggi possano avere le stesse aspettative che avevo io”

NATA IL 26 aprile 1977 a Milano LAUREA: Ingegneria aerospaziale LAVORO: Astronauta

I suoi primi viaggi sono stati fra le pagine di Emilio Salgari o Jules Verne, storie di esplorazioni e di mondi lontani. «Ed ero anche una grandissima fan di Star Trek”, rivela Samantha Cristoforetti, ovvero AstroSamantha, ufficiale pilota dell'Aeronautica Militare, la prima donna astronauta italiana. «Non credo che sarei un’astronauta, oggi, se non fossi salita con una scala sulla Luna, tanti anni fa, se non fossi scesa fino al centro della Terra, se non fossi arrivata fino in Cina con Marco Polo o non avessi combattuto epiche battaglie insieme a Sandokan. Nelle letture mi sono persa, nelle letture mi sono trovata», ricorda nel suo Diario di un'apprendista astronauta, edito da La Nave di Teseo. «Sono cresciuta in un paese di montagna, e con i miei amici esploravamo i boschi, ci inventavamo avventure – ha raccontato qualche giorno fa durante un affollatissimo incontro al Bper Forum Monzani di Modena –. Alla sera poi, quando si spegnevano le luci, appariva la volta celeste, la meraviglia del cielo stellato». Quel cielo stellato che, un giorno, è riuscita praticamente a toccare con un dito.

Dal 23 novembre 2014 all'11 giugno 2015 l'astronauta trentina ha vissuto nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, per la missione 42/43 Futura: 199 giorni, 16 ore e 42 minuti («Ma sì, diciamo 200 giorni», sorride) di un'esperienza incredibile e naturalmente indimenticabile, in orbita a 400 chilometri dalla Terra, alla velocità di 28mila chilometri all'ora. Lassù ha avuto giornate molto 'piene': ha compiuto esperimenti e ha portato a termine complessi e delicati protocolli sperimentali, «e, insieme ai miei colleghi, ho dovuto anche svolgere lavori da meccanico e da elettricista – spiega –. La stazione spaziale è una gigantesca macchina che richiede ispezioni programmate e manutenzioni. E non dimentichiamo che, quando arrivano i veicoli cargo, noi astronauti dobbiamo occuparci anche di sistemare i carichi. Anche questo è un lavoro da svolgere meticolosamente».

Quei duecento fatidici giorni, in realtà, sono stati l'esito di un lunghissimo percorso di preparazione. «Fare l'astronauta in fondo può essere facile: quello che è difficile è diventarlo – sottolinea –. Perché sono in tanti coloro che vi aspirano e tantissimi quelli che ne sarebbero capaci, ma la selezione è assai dura». Per Samantha Cristoforetti (che, dopo la laurea in Ingegneria aerospaziale, era stata fra le prime donne a entrare all'Accademia Aeronautica) il percorso verso le stelle è iniziato nel maggio 2008: erano in ottomila candidati da tutta Europa, e dopo un anno sono rimasti in meno di dieci. «E pensate che il 18 maggio 2009 la telefonata definitiva dall'Esa, l'Ente Spaziale Europeo, la chiamata che attendevo con ansia, mi è arrivata mentre ero sotto la doccia, e non ho risposto – ride –. Per fortuna mi hanno scritto anche una email».

Da Houston a Montreal a Mosca, alla cosiddetta 'Città delle Stelle', luogo simbolo della storia della conquista dello spazio, a pochi chilometri dalla capitale russa, Samantha ha dovuto affrontare prove e addestramenti sempre più impegnativi, fino al lancio del 2014. Ed è stata sempre molto 'social', soprattutto con i suoi seguitissimi tweet: «Mi è piaciuto raccontare con entusiasmo anche la quotidianità, proprio con spirito di testimonianza».

Durante un collegamento con la Stazione Spaziale, il 30 marzo 2015, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto ad AstroSamantha se avesse mai sperimentato difficoltà per il fatto di essere donna: «Non ho mai avuto questo timore – ha risposto lei –. L'augurio è che tutte le donne possano dire lo stesso». Di quei duecento giorni nello spazio ogni minuto è impareggiabile: resta un unico rimpianto, quello di non aver potuto fare una passeggiata spaziale, «ma confido nella prossima occasione», ammette. Sì, perché il desiderio e la speranza del capitano Cristoforetti è di tornare nello spazio: «Al momento nulla è definito – ha annunciato a Modena –. Ma se tutti incrociate le dita, chissà, forse nel 2022...». Intanto affronta un'altra missione importantissima, quello di essere mamma: la sua Kelsi Amel ha poco più di due anni. «Mi auguro – aveva confidato Samantha Cristoforetti al presidente Mattarella – che le bambine di oggi possano avere le stesse aspettative che avevo io». A lei – come scrive nel suo libro – «la vita ha regalato un sogno potente» che l'ha portata molto in alto: lo stesso sogno da consegnare alla generazione Futura.