Lunedì 20 Maggio 2024

L’impatto del vivaismo: "Adeguiamoci al clima"

I mutamenti a livello ambientale impongono nuove strategie efficaci . Lugli: "La ricerca sull’innovazione genetica rappresenta la via maestra".

L’impatto del vivaismo: "Adeguiamoci al clima"

L’impatto del vivaismo: "Adeguiamoci al clima"

Dopo il positivo riscontro dell’edizione scorsa, torna a Macfrut il salone dedicato al vivaismo e alle innovazioni varietali. Il vivaismo frutticolo nazionale rappresenta uno dei comparti strategici delle filiere produttive italiane.

I dati presentati recentemente da Civi Italia, il consorzio interprofessionale che riunisce il 90% degli addetti e organizzazioni del settore, parlano chiaro: un migliaio di imprese coinvolte, una superficie dedicata di 16.000 ettari, oltre 80 mila unità lavorative impiegate annualmente, un valore della produzione che supera i 600 milioni di euro e una quota export, in crescita, intorno al 50% del prodotto.

Al di là di questi numeri, seppur ragguardevoli, l’eccellenza del vivaismo frutticolo nazionale nel panorama europeo e internazionale è testimoniata dall’elevato livello di qualità e di rispondenze genetiche e sanitarie che il nostro settore vivaistico è in grado di offrire ai produttori.

Per elevare al massimo questi requisiti e promuovere la qualità dei suoi prodotti sui mercati europei e internazionali, Civi Italia d’intesa con Masaf ha adottato un nuovo sistema di certificazione vivaistica, marchiato Qvi-Qualità Vivaistica Italia, con livelli di qualità e garanzie superiori a quelli richiesti come standard dai sistemi di certificazione europei.

Grazie a ciò, la produzione vivaistica nazionale certificata a marchio Qvi può contare ora su 12 milioni di piante da frutto, 250 milioni di piante di fragola e 30 milioni di portinnesti. A questi, vanno aggiunte le produzioni nazionali livelli Cac e Certificato Ue: 40 milioni di piante da frutto e 80 milioni di piante di fragola.

Il fiore all’occhiello della parte convegnistica sarà una full immersion di due giorni organizzata insieme a Soi (Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana), dedicata alle innovazioni genetiche nel comparto portinnesti e articolata in quattro seminari di aggiornamento e approfondimento sui risultati della ricerca pubblica e privata di 25 progetti internazionali su melo, pero, drupacee e agrumi.

"Visti i mutamenti in corso a livello globale, era giunto il momento di tornare a parlare di portinnesti e non solo di varietà - spiega Stefano Lugli, coordinatore del salone e convegnista di Irs insieme a Stefano La Malfa - Infatti, le attuali tendenze in atto a livello mondiale implicano la necessità di generare innovazioni genetiche e tecnologie e anche di iniziare a pensare a una trasformazione dei modelli colturali attuali per far fronte, da un lato, a una richiesta maggiore di sostenibilità delle produzioni frutticole e, dall’altro, alla necessità di mettere in atto i necessari mutamenti per far fronte ai cambiamenti climatici in corso. In questo contesto, la ricerca sull’innovazione genetica dei portinnesti rappresenta una strada molto più efficace e lungimirante rispetto alla sfrenata e incontrollata corsa verso nuove varietà".

Luca Ravaglia