Domenica 5 Maggio 2024

Moscato fior d'arancio e le nuove frontiere

Luca Bonacini

Luca Bonacini

IN UNA regione come il Veneto, dove i grandi vini certo non mancano, la piccola e orgogliosa Docg del Moscato Fior d’Arancio Colli Euganei, si afferma, rivelando inaspettate potenzialità. Un antico vitigno, probabilmente arrivato dalla Siria, o forse dalla Mesopotamia, che esprime un vino dolce, frizzante, profumato, dalle peculiari nuance di fiori di zagara. Terreni di origine vulcanica che circondano Padova, e risalgono a 35milioni di anni fa, caratterizzati da un centinaio di erbose colline amate da Shelley, Foscolo, e dal Petrarca, che qui visse ed è sepolto. La Doc arriva nel 1994 e i caparbi vignaioli conquistano la Docg nel 2011, mentre la produzione di spumante passito e fermo si attesta sulle 900 mila bottiglie. Grazie alla vivacità dei suoi produttori, si consolida una nuova identità e si pongono nuove sfide che portano lontano, verso nuovi mercati e nuovi abbinamenti. Calici che si distinguono per rigore produttivo e capacità espressiva, come il Moscato L.H. di Vignalta ad Arquà Petrarca, lotta integrata e trattamenti a basso impatto ambientale per una vendemmia tardiva dai sentori di rosa; o il Fior d’Arancio Spumante dell’azienda Capodilista a Selvazzano Dentro (PD), realtà ecosostenibile condotta da una delle famiglie fondatrici della Serenissima di Venezia, con aroma persistente, e note agrumate; oppure l’innovativo Dilà Metodo Classico Brut Nature 2014, dell’azienda Maeli a Baone (PD), un rifermentato in bottiglia, 100% Moscato giallo. Mentre si percorrono nuove forme di valorizzazione, come quella intrapresa da Elisa Dilavanzo, sommelier, Donna del vino e vincitrice nel 2008 del Concorso Nazionale ‘Charme Sommelier’, che ha realizzato insieme a Maeli un volume per valorizzare il Moscato Fior d’Arancio. Un testo costruito insieme ai grandi maestri dello shaker veneziani, cui viene chiesto di interpretare i diversi volti del Moscato Fior d’Arancio, creando una serie di spumeggianti drink per tutte le ore del giorno. E si scoprono nuovi abbinamenti gastronomici, conferma Elisa Dilavanzo: «Il moscato Fior d’Arancio è incredibilmente duttile, e si può abbinare a dessert, torte, pasticceria secca e macedonie di frutta, ma esalta anche le materie prime salate, come la Mortadella, i formaggi a crosta fiorita, e piatti come il baccalà mantecato con polvere di lime, il carpaccio di branzino, la tartare di tonno all’arancia, gli spaghetti al pomodoro fresco e basilico, persino la coppa lievemente affumicata risulta più intrigante se abbinata a questo spumante dolce, servito molto freddo».