Settemila aziende agricole, 26mila ettari di terreno coltivato e una produzione che copre il 13% del fabbisogno di un Paese in cui si consuma, ogni anno, una quantità di zucchero pari a 1,7 milioni di tonnellate. Sono numeri di tutto rispetto quelli realizzati da Coprob-Italia Zuccheri, cooperativa che da sessant’anni è in prima linea nella coltivazione della barbabietola da zucchero in Italia. Fondata nel 1962 in Emilia-Romagna, Coprob-Italia Zuccheri è oggi l’unico operatore del settore bieticolo saccarifero italiano, con i suoi due zuccherifici di Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd). Anno dopo anno, la cooperativa si è imposta sul mercato nazionale, aumentando progressivamente volume d’affari e bacino associativo.
Dall’Emilia-Romagna (prima regione bieticola italiana, con i suoi 15.500 ettari di terreno coltivato) al Veneto, dalle Marche alla Lombardia, dall’Umbria al Friuli-Venezia Giulia, fino al Piemonte, gli agricoltori uniti in Coprob-Italia Zuccheri si impegnano nella coltivazione della barbabietola nel pieno rispetto del territorio e dell’ambiente. La bieticoltura, infatti, è una delle pratiche più virtuose in termini di assorbimento di gas serra (basti pensare che la coltivazione di un ettaro di barbabietola da zucchero assorbe tanta anidride carbonica quanto un ettaro di bosco) ed è di importanza strategica nell’ambito della rotazione agricola, grazie alla sua capacità di rilasciare elementi nutritivi organici e minerali nel terreno.
Coprob-Italia Zuccheri promuove da anni metodi di coltivazione all’avanguardia per ridurre sensibilmente l’impatto ambientale delle proprie attività. La filiera produttiva, 100% italiana, si avvale del digitale e di tecnologie sofisticate, con l’obiettivo di dar vita a una produzione di zucchero da barbabietola – certificata da enti esterni – orientata alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Grazie a un alto tasso di innovazione lungo tutta la filiera, infatti, si riesce ad avere maggior controllo sulle diverse fasi di crescita e sviluppo delle bietole, malgrado le criticità legate all’andamento climatico. Garantire una buona produzione diventa una sfida che comincia proprio dai campi: è qui che la nuova genetica (a prova di agenti fitopatogeni e resistente al cambiamento climatico), l’agricoltura di precisione e l’uso di robotica e meccatronica proiettano la stessa idea di sostenibilità nel futuro.
Dopo anni di ricerca, inoltre, è stata avviata su larga scala la prima filiera biologica di barbabietola da zucchero: con i suoi quasi 2mila ettari di terreni, dislocati in diverse regioni italiane, rappresenta la più grande in Europa appartenente a un’unica azienda. A proposito di rispetto dell’ambiente, lo zucchero Italia Zuccheri è amico delle api: a differenza di quanto accade in altri Paesi europei, nella filiera Coprob non si usano neonicotinoidi (fitofarmaci dannosi per gli insetti impollinatori) nelle operazioni di concia dei semi della barbabietola.
Maddalena De Franchis