Martedì 15 Luglio 2025
FRANCESCO MORONI
Agrofutura

L’impegno di Orogel: "Supporto alla filiera. Siamo in campo per il nostro futuro"

Silver Giorgini, direttore Innovazione e Qualità del gruppo "In Emilia-Romagna abbiamo eccellenze stratosferiche, da valorizzare. Aiutiamo le imprese ad affrontare sfide come il cambiamento climatico".

Silver Giorgini, direttore Innovazione e Qualità del gruppo "In Emilia-Romagna abbiamo eccellenze stratosferiche, da valorizzare. Aiutiamo le imprese ad affrontare sfide come il cambiamento climatico".

Silver Giorgini, direttore Innovazione e Qualità del gruppo "In Emilia-Romagna abbiamo eccellenze stratosferiche, da valorizzare. Aiutiamo le imprese ad affrontare sfide come il cambiamento climatico".

Giorgini, Orogel sostiene Agrofutura e tutti gli appuntamenti in programma a Cesena. Di che tipo di occasione si tratta per voi un festival come questo?

"Quando si parla del futuro dell’agricoltura noi ci siamo sempre. La nostra azienda è assolutamente impegnata sulla filiera, 100% italiana: parlando sinceramente possiamo dire che, a

guardarlo ora, il futuro della nostra agricoltura non è proprio rose e fiori". Silver Giorgini, direttore Innovazione e Qualità di Orogel, racconta l’impegno del brand e guarda alle sfide del domani in un contesto come quello del festival Agrofutura.

Cosa racconta il momento attuale del settore agricolo, guardando alle sfide del futuro?

"Non possiamo non rilevare alcune situazioni più ombrose, che dobbiamo cercare di capire

per affrontare concretamente le problematiche".

A quali problematiche fa riferimento, nello specifico?

"Un primo problema può essere

quello del cambio generazionale nell’agricoltura. Oggi in Italia

l’età media dell’agricoltore è 55

anni, ciò significa che in campo

i giovani sotto i 30 anni sono davvero pochi. Va detto che stiamo anche entrando nell’inverno demografico: questo mestiere è sempre meno attrattivo

rispetto a un tempo, ovvero quando avevamo le famiglie contadine. I giovani studiavano

l’agricoltura a scuola, mentre oggi il tessuto sociale è diverso".

Questo cosa comporta?

"Adesso l’agricoltura è diversa cioè meno intensiva, senza impegni 24 ore su 24: noi per primi dobbiamo capire come saranno strutturati i prossimi venti

anni".

La nostra regione è una terra fertile e la Romagna fa da traino.

"Abbiamo eccellenze stratosferiche in Emilia-Romagna: qui negli anni Ottanta abbiamo avuto i primi esempi di lotta all’agricoltura integrata con nuove modalità. Oggi, però, serve un altro tipo di approccio".

Quale?

"Io, che sono anche ad della Sicural (centro di ricerche nel settore agronomico, ndr), sottolineo sempre come dobbiamo occuparci della fertilità dei suoli. Dobbiamo rigenerare i nostri terreni e sostenere con risorse i principi che hanno reso famosa

la produzione italiana nel mondo".

Quali sono le ultime novità di Orogel?

"Siamo un’azienda italiana che

investe risorse importanti, come ci piace ricordare, dal campo fino alla tavola. Ci occupiamo di tutto quello che interessa

la filiera. L’agricoltura 4.0, ad esempio".

Su questo aspetto cosa c’è da sottolineare?

"Si parla tanto di intelligenza artificiale, noi cerchiamo di applicarla là dove è necessario. È importante aiutare gli agricoltori per produrre sempre al meglio affrontando problematiche come quella dei cambiamenti climatici".

Poi?

"Poi guardiamo sempre al mercato e a quello che chiede il consumatore. Richieste che vanno sempre più verso prodotti biologici e biodinamici. Il consumatore chiede sempre più prodotti ricchi di nutrienti, secondo le diete più consolidate e riconosciute".

Voi come vi comportate?

"Noi andiamo dietro questo tipo di richieste cercando di favorire non solo la salute a tavola, ma anche il servizio. I dati che provengono dallo studio dei mercati evidenziano come 10 anni fa si impiegavano in media

circa 2 ore a cucinare per la propria famiglia. Lei sa quanto tempo si impiega oggi?".

No...

"Circa 15 minuti".

Quali sono, invece, le richieste che avanzate alla politica e alle istituzioni?

"Alla politica chiediamo sempre

che abbia un occhio di riguardo

per chi fa agricoltura, soprattutto con l’obiettivo di aiutare i giovani a impegnarsi in questo settore che dà comunque grandi opportunità e soddisfazioni. Non siamo Cenerentola, ecco (sorride, ndr). Esiste la necessità di aiutare le aziende a evolversi, di promuoverle, di far risaltare i prodotti eccellenti che possiamo vantare. Oggi il Ministero

si chiama ‘della Sovranità alimentare’. Io ci credo molto".

In cosa si traduce questo, secondo lei?

"Significa avere un Paese auto sufficiente o comunque sufficientemente autonomo. Un Paese che dipende da altri per mangiare non naviga in acque sicure. Quello del cibo è un asset molto importante per l’Italia e non solo. Poi non dimentichiamo anche del turismo".

Un fattore chiave?

"È ovviamente una voce molto importante dal punto di vista economico e il turismo straniero, in particolare, vede grande movimento in Italia non solo per

le bellezze che abbiamo, ma soprattutto per la nostra bellezza a tavola. Questo è l’obiettivo su

cui tutti dobbiamo impegnarci per costruire il nostro futuro".